Catello Maresca, il Cacciatore di Cattivi

di Luigi De Rosa

maresca_iurillo_salottoMassa Lubrense (NA) “E’ un cacciatore di cattivi”, questa è la risposta che la figlia del magistrato antimafia Catello Maresca, dà alla propria maestra, che in un tema le chiede descrivere la professione del genitore. Parto dalle parole di una bambina di sei anni perché è nella loro genuina semplicità tutta la tragica e impegnativa vita di un magistrato, che ha dedicato molta parte della propria carriera a combattere la criminalità organizzata. Spesso si dimentica che attorno a questi servitori dello Stato c’è una famiglia che ne condivide gioie e dolori; penso ancora con profonda commozione alla signora Francesca Morvillo che morirà accanto al marito Giovanni Falcone, “nella gioia e nel dolore” recita il celebrante non a caso. Penso che una bambina che descrive la professione del padre in questi termini ha capito l’importanza del lavoro paterno e soprattutto che spesso il “cacciatore” è solo mentre i “cattivi” sono molti e ben organizzati. Quello che la bimba però ignora, è che il “cacciatore” non è un supereroe e spesso sopravvive per pura fortuna alla crudeltà del male, come quando “Francesco/Catello” il protagonista di questo romanzo sfugge a una trappola e l’autista di un tir, pagato dalla camorra, non riesce ad ammazzarlo. Catello Maresca non si è mai arreso, nel romanzo – nonfiction con il quale ha deciso di rivelarci gli anni della lotta alla Nuova Camorra Organizzata fino ai casalesi, “NCO le radici del male” (Rogiosi Editore), ha voluto mettere nero su bianco tutte le emozioni, i dubbi, le perplessità, le sconfitte, i tradimenti e i successi che hanno caratterizzato quegli anni. luigi-e-marescaLeandro Del Gaudio (Il Mattino) nella prefazione parla di “un flusso di volti, come in un siddhartiano fiume che scorre, avvolge e travolge i protagonisti della storia”, una storia fatta di codici di affiliazione (Palillo), di miliardi di aiuti statali intercettati dalla criminalità (quelli del post terremoto), di sequestri, come quello rappresentativo di tutto un periodo mi riferisco al rapimento di Ciro Cirillo. Poi ci sono i “cattivi2: Raffaele Cutolo, Antonio Iovine, Giuseppe Setola, Michele Zagaria e i giudici, i “buoni”: Antonio D’Amato, Antonello Ardituro, Raffaello Falcone, Cesare Sirignano, Luigi Landolfi, Alessandro D’Alessio e Maurizio Giordano con i quali Maresca è stato al fronte a combattere questa guerra senza esclusione di colpi contro cutoliani prima e casalesi poi. La dicotomia “buoni e cattivi” la mutuo da Basaglia che la usava per spiegare a chi psichiatra non era l’anormalità patogenica della normalità, già perché la camorra è soprattutto follia di chi è normale, di chi quando uccide sceglie in coscienza di essere cattivo: questo è il male. Nel 2021 Cutolo muore ma con lui non muore il male, in Campania come nel post terremoto degli anni Ottanta, si attendono i soldi; in questa nuova tornata a fare gola sono, infatti, i milioni di euro del Recovery fund, che dovrebbero servire a contrastare la catastrofe economica legata alla pandemia. “Cambiano i volti, ma le trame sono sempre quelle”, sottolinea Leandro Del Gaudio, ecco perché bisogna indagare le radici del male e andare a estirparle con coraggio e determinazione. Il primo incontro del “Festival del Libro d’Inchiesta” nato da un’idea di Vincenzo Iurillo (Il Fatto Quotidiano) e Marco Cocurullo (Founder & General Manager) al “Gocce di Capri” (Massa Lubrense), non poteva iniziare con autore migliore, grazie poi a un talk condotto in modo dinamico e incalzante da Leandro Del Gaudio la serata, nonostante l’argomento, si è rivelata realmente piacevole. L’appuntamento dunque è per il prossimo lunedì sempre al “Gocce di Capri” con Antonio Massari e il suo Magistropoli.

Stampa