Mons. Alfano: Benedetto XVI testimone di una forte speranza

Anna Laudati intervista Mons Francesco Alfano.

Sono stata a trovare Mons. Francesco Alfano, Arcivescovo di Sorrento-Castellammare per una video intervista. Ho avuto la gioia di essere stata la prima giornalista in Penisola Sorrentina ad intervistarlo ancora prima che s’insediasse ufficialmente nella diocesi, incontrarlo mi emoziona sempre. Don Franco, come ama farsi chiamare, trasmette una pace e una serenità immense.  Ti viene incontro con un sorriso smagliante e con amicizia sincera ti accoglie come solo un Padre vero riesce a fare.

Con lui ho affrontato diversi argomenti. Gli ho chiesto quale fosse la sua personale lettura di due interventi di Benedetto XVI durante l’omelia della Santa Messa delle Ceneri: uno in cui ha chiesto l’intercessione dell’Apostolo Pietro sulla Chiesa e l’altro su un atteggiamento poco cristiano di coloro, a lui molto vicini, che sono prontissimi quando si tratta di accusare gli altri ma che non sono altrettanto celeri e anzi non sono mai pronti a mettersi in discussione e  procedere verso un vero cammino di conversione. Don Francesco si è illuminato e raggiante ha sottolineato il cammino che Benedetto XVI sta facendo sotto gli occhi non solo dei Cardinali e dei Vescovi, ma sotto lo sguardo di tutto il mondo. E si, perchè la sua umiltà sta veramente scuotendo gli animi di tutti i cattolici.

Siamo vicini ad una svolta della Chiesa. Gesù, attraverso le dimissioni di Benedetto XVI – ha detto Monsignor Alfano – ci sta chiedendo fortemente di convertirci, di cambiare la nostra vita seguendolo. Gesù ci ama e per questo ci manda segnali forti. Dobbiamo svegliarci!

Don Francesco Alfano ha letto nelle dimissioni del Santo Papa una consecutio con la testimonianza lasciata dal suo grande predecessore, Papa Wojtyla, che scelse di rimanere Papa fino al suo ultimo respiro, l’altro dimissionario nel pieno vigore intellettivo e spirituale. Cosa vuol dire? Vuol dire che la Chiesa prima di tutto deve cambiare e cambiando dà il buon esempio, che dobbiamo essere disposti al cambiamento. La preghiera è lo strumento più grande che abbiamo a disposizione e non ha importanza la poltrona su cui siamo seduti, o l’abito che indossiamo, sono i nostri cuori e le nostre azioni che fanno grandi la nostra grande casa: la Chiesa.

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