A Castellammare di Stabia maxi operazione della Procura, indagati anche Cesaro, Pentangelo e Casillo

cesaro-pentangelo-casilloCASTELLAMMARE DI STABIA – Quando alle prime ore del mattino si sono visti bussare alla porta la Polizia Giudiziaria e notificare le ordinanze di custodia cautelare domiciliare non hanno nascosto lo stupore i sei indagati dalla Procura di Torre Annunziata coinvolti nella maxi inchiesta anticamorra “Olimpo”. Si tratta Adolfo Greco, Antonio Elefante, Maurizio Biondi, Vincenzo Campitiello, Marcello Ciofalo e Vincenzo Colavecchia. Ma ci sono tre figure di primo piano della politica campana: l’On. Luigi Cesaro e l’On. Luigi Pentangelo, entrambi di Forza Italia, e l’On. Mario Casillo capogruppo PD in consiglio regionale. Inoltre per Angelina Rega è stata disposta la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Per i due Parlamentari a esprimersi dovranno essere le Camere di appartenenza, ma i due hanno rilasciato dichiarazioni rassicuranti sull’assoluta estraneità ai fatti contestatigli (una tangente di 10mila euro a Cesaro e un rolex a Pentangelo) con la rituale fiducia sul buon operato della Magistratura. È stato altresi notificato il decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP con riferimento alle somme di denaro e di altri beni, costituenti il prezzo dei reati di corruzione.

Antonio Elefante

Antonio Elefante

La vicenda contestata è quella relativa al progetto di riqualificazione dell’area ex-Cirio da trasformarsi, sulla base del progetto ideato dall’ing. Antonio Elefante, in un mega complesso residenziale di 300 appartamenti.  I reati contestati ai destinatari delle ordinanze di custodia cautelare sono la corruzione propria, il falso ideologico in atto pubblico, la rivelazione di segreto di ufficio. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata e condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli, dal Commissariato P.S. di Castellammare di Stabia e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, hanno accertato un ramificato sistema di corruzione di esponenti politici, regionali e nazionali, e di pubblici ufficiali posto in essere da Adolfo Greco, imprenditore stabiese considerato dalla magistratura il collante fra il mondo della criminaltà e quello della politica. Il voluminoso dossier di oltre 600 pagine raccoglie centinaia di intercettazioni telefoniche e ambientali da cui si evince la solidità dei capi di accusa intravedendosi un vero e proprio sistema di controllo e condizionamento tecnico e politico-amministrativo per realizzare l’affaire con la realizzazione di Housing Sociali nei comuni dell’area stabiese-sorrentina. L’operazione oggetto dell’intervento della Procura diretta da Pierpaolo Filippelli (è prossimo l’arrivo del nuovo Procuratore Nunzio Fragliasso di recente nominato dal CSM) ruota intorno al maxi investimento nell’area ex Cirio di traversa Mele a Castellammare di Stabia che la società PolGre (a capo di Adolfo Greco e Tobia Polese) voleva riqualificare. Un progetto finito nel mirino dell’Antimafia per le infiltrazioni della criminalità organizzata che voleva mettere le mani sui lavori. Grazie alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, installazione di impianti di videoripresa, attivita di osservazione, pedinamento e controllo ed acquisizioni documentali, la Procura oplontina ha accertato la pianificazione e la commissione, ad opera di Adolfo Greco, di una pluralità di reati di corruzione. Dopo aver presentato al Comune di Castellamare di Stabia, sulla base di una relazione tecnica stilata dall’ingegnere Antonio Elefante (direttore tecnico della società di ingegneria SAEC srl), un progetto di recupero e riqualificazione dell’area ex Cirio, a seguito del decorso dei termini per l’esame della richiesta, aveva attivato la procedura prevista dall’art. 4 della legge regionale 19/2001 per la nomina di un commissario ad acta che, in sostituzione dell’ente rimasto inerte, avrebbe dovuto provvedere all’istruttoria e all’adozione del provvedimento conclusivo in merito alla richiesta di rilascio del permesso a costruire.
“Le indagini hanno consentito di acclarare che Greco, con la complicità di Polese e di Passarelli Giuseppe, amministratore unico della Passarelli spa, società che avrebbe dovuto realizzare i lavori, aveva in prima battuta tentato di ottenere la modifica della legge regionale 35/87 (PUT della costiera sorrentina-amalfitana) – che vietava la realizzazione dell’intervento – accordandosi con il consigliere regionale Mario Casillo, capo gruppo del PD, affinche intervenisse sugli esponenti del PD per il ritiro dei numerosi emendamenti proposti nel corso dell’iter modificativo della legge. In cambio Casillo, con la mediazione di Gennaro Iovino, esponente del PD stabiese, chiedeva, in relazione a tale progetto di riconversione, l’affidamento dei lavori di impiantistica elettrica ad una ditta dallo stesso indicata” spiega la Procura.

Il gruppo composto da tecnici e politici sono però riusciti a ottenere la modifica della legge Regionale n. 19/2009 collegandosi alla legge di stabilità finanziaria del 2014 (1.r 16/2014), che prevede espressamente l’applicabilità delle norme premiali del piano casa ai territori sottoposti ai vincoli di inedificabilita relativa, di natura paesaggistica, imposti dal PUT. Sulla scorta di tali modifiche normative Greco, in considerazione delle resistenze manifestate dai funzioni dell’UTC del Comune di Castellammare di Stabia, otteneva da Antonio Pentangelo, quale Vice Presidente della Provincia di Napoli, la nomina di un commissario ad acta, nella persona dell’architetto Maurizio Biondi, per il rilascio del permesso a costruire. Ed è qui che entra in gioco Biondi il quale era legato da uno stretto rapporto personale e professionale a Cesaro Luigi e al figlio di questi.
Per la Procura questa nomina è stata pilotata: Greco e Polese hanno infatti regalato un rolex a Pentangelo per ottenere il via libera, oltre a elargire una somma di denaro a Luigi Cesaro (stimata su 10mila euro). Greco però si è preoccupato anche di corrompere l’imprenditore Giuseppe Imperati affinche questi concedesse in locazione a Forza Italia un immobile da adibire a sede del partito per un canone pari a trmila euro in luogo della originaria richiesta di cinquemila e forniva altresi sostegno per la campagna elettorale regionale del 2015 al figlio di Luigi Cesaro.
Dopo questa fase di corruzione è arrivato il “regalo” anche per Maurizio Biondi, ovvero una somma di 12mila euro a “fronte della quale otteneva l’adozione della determina commissariale di accoglimento del 13.04.2016. Dalle conversazioni intercettate emergeva che la somma consegnata da Greco all’ing. Elefante, destinata a Biondi Maurizio, ammontava complessivamente a 20.000,00 euro, e che Elefante rimetteva al Biondi “solo” 12,000 euro, trattenendo per se la differenza”.
Le indagini hanno consentito di accertare altresi che Greco si era reso autore di altre attivita corruttive nei confronti di tre funzionari dell’Agenzia delle Entrate: Colavecchia Vincenzo e Ciofalo Marcello, incaricati di seguire la verifica fiscale per l’anno 2012 presso la sua azienda (C.I.L.srl), nonché di Campitiello Vincenzo, estraneo al settore verifiche in quanto incardinato presso l’ufficio legale della medesima Direzione provinciale, ma legato da pregressi rapporti personali con l’imprenditore Greco al quale preannunciava la notizia della imminente verifica fiscale e che si adoperava per coordinare l’operato dei funzionari addetti alla suddetta verifica, risultata “infedele” in quanto non corrispondente alle evidenze contabili.
In questa operazione sarebbe stata coinvolta anche la moglie dell’imprenditore del latte, Angelina Rega che ha consegnato ai tre funzionari la somma in contanti di 30mila euro rinvenuta all’interno di una borsa “24 ore” del Campitiello e materialmente consegnata da Greco all’interno degli uffici della sua società. Al Campitiello sono contestati anche reati di falso ideologico in atto pubblico, avendo attestato falsamente la sua presenza dinanzi alla Commissione Tributaria Regionale della Campania, con sede di Napoli, nei giorni e nelle ore in cui in realtà si trovava presso la sede della CIL in Castellammare di Stabia.
Per quanto riguarda la posizione di Mario Casillo, Gennaro Iovino e Giuseppe Passarelli, anche loro coinvolti nell’affare Cirio per la modificare della legge regionale, la Procura di Torre Annunziata è chiara: sono accusati del reato di traffico di influenze illecite ex art 346 bis c.p., fattispecie per la quale (come prevista all’ epoca dei fatti) non è consentita l’emissione di misure cautelari”.

Sempre la Procura di Torre Annunziata, mesi orsono, aveva bloccato sul fil di lana la consegna di 55 appartamentio, realizzati anch’essi col sistema dell’housing sociale, nel Comune di Sant’Agnello da parte dell’ing. Antonio Elefante riscontrando una lunga serie di illegittimità nell’operazione posta in essere in dispregio delle vigenti leggi urbanistiche. Allo stato non si conosce ancora l’esito della vicenda, mentre altre due analoghe operazioni edilizie curate dall’ing. Elefante, sono state bloccate a Sorrento nell’area ex Apreamare e a Piano di Sorrento ai Colli di San Pietro. Insomma quello delle housing sociali da realizzarsi attraverso la modifiche delle leggi urbanistiche al fine di decretarne l’edificabilità ha mostrato il suo vero volto portando alla luce un sistema di relazioni e di connivenze su cui ancora ci sarà da indagare da parte delle Autorità e che potrebbero riservare altre sorprese.

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