Adozioni in tempo di coronavirus, il dramma nel dramma

adozioniNel dicembre 2019 la vicepresidente della Cai *dott.ssa Laura Laeta aveva già sottolineato come in Italia ormai ci sia un forte calo delle adozioni internazionali. Il trend della decrescita si è riscontrato sia nel nostro Paese che nel resto del mondo, ma in Italia, per certi versi, era stato meno drammatico se guardiamo ai numeri di Francia, Spagna o Germania. Restiamo infatti il secondo Paese più accogliente dopo gli Stati Uniti e tra i più aperti ai bambini in special needs, ovvero con problematiche fisiche o psicologiche o più avanti con l’età. Il punto è che sempre più spesso prevalgono le istanze nazionaliste dei vari Paesi, che vogliono trattenere i bambini e destinarli al circuito interno delle adozioni, complice il calo demografico generalizzato. Ci sono poi Paesi come la Federazione Russa dove ha preso piede la pratica dell’affido a pagamento, e sempre meno bambini entrano nel circuito delle adozioni internazionali, altri come l’Etiopia, da cui arrivavano moltissimi bambini in Italia, hanno chiuso completamente alle adozioni. A questa decrescita si deve aggiungere il dramma che genitori e bambini già adottati stanno vivendo dall’inizio della pandemia. I Paesi di origine di molti bambini infatti hanno chiuso le frontiere. Con i viaggi bloccati, le famiglie dei quasi tremila bambini adottati o in fase di esserlo sono state costrette a rimandare i loro progetti. Una situazione che non solo rischia di allungare a tempo indeterminato l’approdo dei piccoli in Italia, ma anche di mandare in default l’intero sistema delle adozioni. Il mondo del terzo settore non dispone di riserve economiche per poter resistere a catastrofi come questa. Nel caso degli enti che si occupano di adozioni, senza le risorse derivanti dai contributi delle coppie non è possibile andare avanti, l’associazione “Adozioni 3.0” che raccoglie la rete dei 47 enti autorizzati alle adozioni, dichiara senza mezzi termini che senza l’aiuto economico dello Stato gli enti non potranno resistere a lungo, e alla fine saranno costretti a chiudere buttando alle ortiche anni di relazioni internazionali pazienti e proficue, che hanno garantito una famiglia a molti bambini e dei figli a giovani coppie italiane. La quaestio è sul tavolo del Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, occorre anche in questo caso fare presto per assicurare quantomeno che genitori adottivi e bambini, quando questo dramma che stiamo vivendo sarà concluso, possano riabbracciarsi.

a cura di Luigi De Rosa

(*Commissione adozioni internazionali, info www.commissioneadozioni.it; www.governo.it/it/ministeri/ministro-le-pari-opportunit-e-la-famiglia)

Stampa