Caccia, cala il sipario…ma pronti a rimbracciare il fucile

Al tramonto del 31 gennaio si è chiusa la stagione venatoria 2012/13, ma continueranno i controlli antibracconaggio dei volontari WWF e del Corpo Forestale dello Stato. Analizzati i casi di bracconaggio piú gravi ad opera delle doppiette in tutta Italia! Conclusa la stagione venatoria 2012/13 essa proseguirà in un numero limitato di regioni soltanto con la caccia di selezione ai cervidi (che ha periodi di caccia più diluiti nel corso dell’anno). Sono 380 i casi di bracconaggio piú gravi di cui si è venuti a conoscenza nel corso del 2012-2013 in tutta Italia. “Abbiamo dato un occhio alle notizie di stampa per sottolineare solo quei reati gravi, che hanno comportato un danno significativo alla biodiversità, perpetrati da cacciatori veri e propri, ovvero in possesso di licenza di caccia e porto d’armi, per comprendere l’impatto della caccia sulla fauna selvatica in Italia e la responsabilità del mondo venatorio. Ne è emerso un quadro allarmante: almeno 1.167 cacciatori  (su un totale che è sceso a fine 2012 sotto i 700.000) sono stati colti in flagranza di reato, a cacciare in parchi nazionali, a catturare animali con trappole, reti o archetti, a usare richiami illegali per attrarre esemplari da abbattere e, soprattutto, ad abbattere specie protette e particolarmente protette. Il quadro non tiene conto delle centinaia di infrazioni amministrative che non sono di competenza dei tribunali, ma delle Province. Minore è il numero di reati venatori perpetrati da persone del tutto prive di licenza di porto di fucile ad uso caccia. Ne hanno fatto le spese (e sono solo i casi noti, la minima punta di un iceberg) centinaia di esemplari di animali fra i più rari del nostro paese: gufi reali, cicogne bianche e nere, numerose aquile, falchi, fenicotteri e lupi. Persino i rarissimi ibis eremita, la cui popolazione mondiale ammonta a poche centinaia di esemplari e oggetto di un progetto di reintroduzione transnazionale, sono stati presi di mira da pseudo-cacciatori, non appena sono arrivati in Toscana. Tra i cacciatori italiani emerge una quota sensibile propensa a trasgredire in modo non occasionale la normativa. C’è in Italia una mala-caccia. I cacciatori, il più delle volte, non sono preparati quanto necessiterebbe e non sono portatori di cultura, ma di un’attitudine irresponsabile nei confronti dell’ambiente e della fauna. In questo sono agevolati da un sistema di controlli e di sanzioni assolutamente carente. I massimali delle sanzioni statali non sono aggiornati da 20 anni. Non stupisce che il bracconaggio imperversi ovunque e che nel 2012/13 si siano registrati un 10% in più di casi rispetto all’anno precedente e alcuni di essi estremamente gravi. “La caccia è una delle principali minacce per la biodiversità in Italia al di là delle questioni di principio caccia sì/caccia no. Finché sopravviverà questa mancanza di etica venatoria, non vi saranno controlli seri e un sistema di sanzioni che funzioni da deterrente, specie protette e globalmente minacciate verranno sterminate nella nostra penisola, i parchi non saranno oasi sicure e trappole e reti non scompariranno da boschi e campagne.”

Alcuni dati che emergono:

1) 380 casi registrati

2) 1.167 cacciatori osservati in attivitá di bracconaggio

3) Aumento dell’80%  del bracconaggio a stagione di caccia aperta (Settembre-Gennaio)

4) Il 66% dei reati sono compiuti ai danni degli uccelli, contro un 34% di bracconieri che puntano ai mammiferi

5) Il reato più diffuso è l’uso di richiami elettromagnetici (per attrarre più esempari a portata di fucile) col 22%, segue l’abbattimento di specie protette al 18,5%,  la caccia in zona di divieto col 15%,  l’uso di mezzi non consentito (reti, trappole, armi non consentite, silenziatori) all’11%,   l’abbattimento di specie estremamente protette all’8% .

6) Le Province più afflitte dal bracconaggio e in cui si concentra la vigilanza sono Brescia (18%), Pavia (8%), Salerno (4%), Cosenza (3%),  Trento (3%), Grosseto (3%), e diverse aree della Sardegna.

7) Centinaia (tra morti e feriti di cui minori ed escursionisti) sono le vittime del piombo dei cacciatori!!!

La Sardegna detiene il triste primato di morti e feriti durante le braccate al cinghiale.

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