Roberto Race alla tavola rotonda sull’informazione a Piano di Sorrento

Roberto Race

PIANO DI SORRENTO – Riflettori puntati sul rapporto tra politica e informazione nella giornata di studio organizzata dalla Società ICTCoop&Servizi col patrocinio del Comune di Piano di Sorrento, dell’Ordine dei Giornalisti della Campania e dell’Unione Nazionale Cronisti Italiani in programma venerdì 23 novembre 2012 dalle 15 alle 20 presso la Sala del Consiglio Comunale. Ospiti della tavola rotonda, dedicata al tema “Informare: mestiere pericoloso”, l’avv. Caterina Malavenda e Roberto Race. Giornalista e consulente in comunicazione e public affairs, Race ha lanciato in Italia la figura del direttore relazioni esterne e comunicazione “in affitto” e lavora oggi come temporary manager per alcune delle più dinamiche e innovative aziende italiane, oltre che come ghostwriter per manager delle più importanti realtà economiche italiane. Fa parte dell’Aspen Institute Italia come Aspen Junior Fellow, di RENA Rete per l’eccellenza nazionale, della Ferpi, de Il Chiostro e del consiglio direttivo di INWARD Osservatorio Internazionale sulla Creatività Urbana. È segretario generale della Fondazione Valenzi, l’istituzione internazionale attiva nella cultura e nel sociale dedicata all’ex sindaco di Napoli.
Prenderanno parte al dibattito i Senatori Raffaele Lauro (PdL) e Teresa Amato (Pd) componenti della Commissione antimafia, i giornalisti Fabrizio d’Esposito de “Il Fatto Quotidiano” e Renato Rocco dell’UNCI, il sindaco di Piano di Sorrento Giovanni Ruggiero moderati dal giornalista Antonino Pane.

“Come si costruisce il consenso? Da Napoleone ai leader 3.0”: sarà questo il tema del dibattito organizzato per domani mercoledì 21 novembre a Milano alle 18 alla Libreria Egea in Via Bocconi 8. L’incontro sarà l’occasione per la presentazione del nuovo libro del giornalista e consulente in comunicazione e public affairs Roberto Race “Napoleone il comunicatore” edito da Egea, la casa editrice dell’Università Bocconi.

Il libro
Controllare l’informazione, manipolarla a proprio piacimento, censurare le notizie negative ed enfatizzare i successi, come un moderno spin doctor? Accadeva in Francia tra la fine del settecento e gli inizi del nuovo secolo. Il protagonista, precursore dei nostri tempi è stato lui: Napoleone Bonaparte. A spiegare quanto fosse attento alla gestione strategica della notizia è il giornalista e consulente di comunicazione Roberto Race, nel suo “Napoleone il Comunicatore”, edito da Egea, la casa editrice dell’Università Bocconi (144 pagg. 16 euro).Il Bonaparte, come illustra Race in un volume di piacevole lettura e ricco di spunti che aiutano a spiegare il fascino sempreverde del grande generale corso, non si limitava a filtrare documenti e a oscurare fatti e personaggi. Anzi. La specialità era quella di raccontarsi a modo suo, idealizzando azioni, comportamenti e imbellettando la sua stessa figura attraverso l’opera di artisti figurativi bravi a rimodellare con la fantasia la verità storica.Napoleone, insomma, come costruttore della propria immagine, di campione delle libertà e dei popoli oppressi.

Una sintesi mediatica che, dimostra Race, assurge a capolavoro proprio quando l’Imperatore è sconfitto definitivamente. Il Memoriale di Sant’Elena è stato infatti il best seller che ha trasformato un perdente in un vincitore, rinnovandone il mito per i posteri. Race nel testo ci presenta Napoleone come colui ha inventato l’opinione pubblica così come siamo abituati a intenderla oggi. Il Bonaparte, infatti, ha saputo promuovere la sua immagine con una straordinaria, modernissima, visionaria, profetica capacità di comunicare.Ed è proprio questo il filo rosso che attraversa tutta l’epopea di Napoleone dalla spedizione italiana alla missione in Egitto, fino ai trionfi di Ulm o Austerlitz, alle successive disfatte e al doppio esilio.

“Sin dalle prime battute” afferma nella sua prefazione lo storico Luigi Mascilli Migliorini, autore di una delle più importanti biografie sull’Imperatore, “la capacità di comunicare di Napoleone era apparsa virtù istintiva di un ventisettenne generale che annunciava in sé, visibilmente, le incertezze di un eroe di Stendhal e le arroganze di un personaggio di Balzac”.
Nel volume Race spiega modalità ed eventi che segnano l’ennesimo primato del generale Bonaparte, meno conosciuto dei tanti conquistati nelle battaglie condotte per mezza Europa. Per lui comunicare non è solo un mezzo che usato al meglio “consente di anticipare le mosse dell’avversario e sbaragliarne gli schieramenti”, ma anche “uno strumento di rappresentazione, con il quale si inscena un summit come si commissiona un quadro”. In ogni caso, spiega l’autore, Napoleone ha potuto vincere anche da grande comunicatore “perché quella che raccontava non era una favola qualsiasi”, “qualsiasi campagna di marketing, senza contenuti adeguati, non regge alla distanza, tanto più al peso della storia”.
“Napoleone il comunicatore” esplora e propone una “riflessione di natura storica fortemente legata al presente che permette di focalizzare l’attenzione sull’agire comunicativo consapevole e finalistico degli attori politici, sull’uso consapevole della comunicazione”, come afferma il guru delle relazioni pubbliche Mario Rodriguez nella postfazione.“E’ un libro utile sia a chi intenda approfondire le radici delle tecniche moderne di comunicazione, sia a chi voglia entrare in contatto con una dimensione ancora non completamente esplorata di una delle figure più originali della storia”, conclude Race.

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