Liste inquinate: nel 2009 Lauro (PDL) denunciò il problema

Sen. Raffaele Lauro (PdL)

Alla vigilia delle amministrative del 2009 il Sen. Raffaele Lauro (PDL) all’incontro di formazione dei quadri del PDL lanciava un severo monito ai partiti e all’opinione pubblica sui rischi incombenti di candidati poco trasparenti che potevano essere candidati. Riproponiamo l’agenzia di stampa dell’epoca che suona premonitrice del problema che oggi torna i nagenda della politica italiana a seguito della denuncia del presidente dell’Antimafia Beppe Pisanu.

Le Regioni del Mezzogiorno, a causa delle infiltrazioni della criminalita’ organizzata, sono ai limiti estremi della stessa agibilita’ democratica e le prossime elezioni regionali costituiscono l’ultima occasione, prima del baratro irreversibile”. A lanciare il grido dall’arme e’ il senatore Raffaele Lauro (PdL), membro della Commissione Antimafia, ex-prefetto e gia’ Commissario nazionale antiracket e antiusura, intervenendo a Caserta, alla ‘Giornata di Informazione e di Formazione dei Giovani del PdL’, sul tema ‘Economia e Legalita’: il contrasto alla criminalita’ organizzata una precondizione dello sviluppo’.
Lauro si e’ soffermato sui pericoli di inquinamento, nelle prossime elezioni regionali e comunali del 2010, dei partiti e delle istituzioni rappresentative, da parte della criminalita’ organizzata, attuato attraverso il braccio operativo della ”borghesia mafiosa e camorristica” che opera in quella zona grigia ed affaristica, che si interfaccia, talvolta come ”organico intermediario”, tra lo Stato legale e la societa’ criminale.
“Le Regioni del Mezzogiorno -ha detto- sono ai limiti estremi della stessa agibilita’ democratica e le prossime elezioni regionali costituiscono l’ultima occasione, prima del baratro irreversibile, per invertire la rotta e per realizzare, con le ingenti risorse finanziarie disponibili, un nuovo sviluppo del Sud, libero dai condizionamenti criminali: quel valore aggiunto, che appare necessario alla competitivita’ internazionale del Sistema Paese. Tutti i partiti, nessuno escluso, e le classi dirigenti del Sud hanno l’opportunita’ di uscire dalle vecchie logiche gattopardesche, familistiche e dei clan di potere personale, scegliendo candidati di assoluta trasparenza”.
Lauro ha poi rimarcato: ”L’ho detto in Commissione Antimafia. L’ho ripeto, qui, in terra di camorra. Non basta soltanto un certificato penale pulito, come invoca Antonio Di Pietro, o il rispetto, spesso solo formale, del codice etico, ma tutti i partiti politici devono passare a setaccio i candidati, attraverso l’esame della loro situazione patrimoniale e del loro sistema di relazioni professionali, anche andando indietro nel tempo”.
Lauro, infine, ha messo in guardia i giovani dall’antiparlamentarismo crescente nella pubblica opinione, alimentato da campagne di stampa, che tendono a rappresentare i parlamentari, come una casta parassitaria, dedita all’uso di sostanze stupefacenti.
“L’antiparlamentarismo -ha sottolineato- e’ l’anticamera del totalitarismo. I parlamentari, tuttavia, devono tenere comportamenti adeguati ai ruoli istituzionali ricoperti ed essere credibili. Ecco perche’ ho presentato due disegni di legge, finalizzati all’abrogazione di ogni privilegio per chi abbia ricoperto incarichi pubblici e all’obbligatorieta’ del test antidroga per tutti gli eletti dal popolo sovrano. In attesa della norma, lunedi prossimo, mi sottoporro’ volontariamente al test antidroga presso i laboratori della Presidenza del Consiglio dei Ministri”.

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