Come rendere più sicure le spiagge di Napoli

Con l’approssimarsi del culmine della stagione diventa fondamentale anche un ulteriore richiamo all’osservanza delle norme tese a garantire una sicura ed ordinata fruizione della spiaggia e degli antistanti specchi d’acqua da parte di tutti, a partire dai turisti e dal loro corretto rapporto con la spiaggia e con il bagno, per arrivare agli assistenti ai bagnanti, che svolgono opera meritoria e importante, affinché continuino ad operare con il massimo impegno e professionalità per prevenire eventuali incidenti ai bagnanti. Cosi è intervenuto questa mattina, il Portavoce napoletano dei Circoli Nuova Italia, Rosario Lopa sull’iniziativa organizzata dalle associazioni, confederate alla Nuova Italia, Linee Guida per le Spiagge Sicure. E’ ancora troppo alto il numero di decessi e di incidenti invalidanti che si verificano sulle spiagge nella stagione estiva, quando decine di milioni di turisti affollano gli oltre 5.000 chilometri di costa balneabile in Italia. E il problema è particolarmente serio nei tratti di spiaggia libera napoletani e campani per l’assenza dei presidi di soccorso. Garantire la sicurezza sulle spiagge della nostra provincia e regione: con questo scopo nasce, questa iniziativa per la tutela dei punti azzurri, interviene il Responsabile organizzativo di Nuova Italia, Alfredo Catapano. Oltre a rappresentare un’innovativa metodologia di gestione di attività di interesse pubblico, continua Lopa, essa consentirà di valorizzare l’immagine del territorio
costiero partenopeo con una ricaduta positiva su tutti i settori dell’economia. Fondamentale, sottolinea Lopa, sarà l’appoggio della Capitaneria di Porto con l’obiettivo per il futuro: creare una rete omogenea ed estesa a tutte le attività dell’indotto, fino ad abbracciare l’intero comprensorio, per la tutela della sicurezza a largo raggio e di un turismo di qualità. Questi alcuni punti elaborati: 1)obbligatorietà di un servizio di sicurezza con bagnini di salvataggio anche sulle spiagge libere, almeno su quelle che l’indagine ha rivelato siano le più frequentate (ottimizzazione delle risorse); 2) istituzione di un sistema di segnaletica dei rischi e dei pericoli con appropriati indicazioni e consigli per conoscerli ed evitarli, sulle spiagge e sulle acque più rischiose per l’incolumità degli utenti; 3)anche in collaborazione e sinergia con Autorità marittime, Sezioni periferiche della Società Nazionale di Salvamento e Servizi medico sanitari, individuazione di forme e di procedure di più stretta collaborazione fra le risorse di soccorso “marine” per così dire (bagnini di salvataggio, mezzi nautici della Guardia costiera e della SNS, ecc..) e il 118, in modo da velocizzare il raggiungimento del presidio sanitario più vicino o più idoneo al luogo dell’incidente, comprimendo i tempi di intervento della catena dei
soccorritori e riducendo le conseguenze dell’evento; 4) sempre relativamente al servizio 118, verificare e se del caso prevedere che
le ambulanze dello stesso servizio siano attrezzate adeguatamente (almeno quelle delle località balneari e almeno nel periodo estivo), sia in termini di professionalità del personale addetto, sia in termini di specifiche attrezzature sanitarie, al fine di contrastare più efficacemente fattispecie di infortuni propri delle attività balneari e acquatiche in genere; 5) previsione, nei bilanci di Regione, province, comuni e autorità locali di apposite poste per finanziare/sostenere spese per servizi di prevenzione, sorveglianza di spiagge e acque prospicienti ai fini di sicurezza, da parte delle organizzazioni di volontariato SAR marittimo riconosciute ufficialmente come tali a livello nazionale o quanto meno regionale (Dipartimento della Protezione civile, Albi regionali), compresi in primis i servizi di bagnino di salvataggio sulle spiagge libere come sopraccennato; 6) verifica da parte delle Autorità locali, ogni anno  e  prima della stagione estiva, delle predisposizioni di sicurezza
disponibili nell’ambito del proprio territorio, sia quantitativamente sia qualitativamente, in termini di consistenza, manutenzione, preparazione all’impiego di mezzi e addetti, in modo che quando comincia la stagione tutto sia pronto ad accogliere i cittadini non solo sotto il profilo dell’accoglienza logistica e turistica in genere, ma anche sotto quello della capacità di fornire adeguato ed efficiente servizio di sicurezza; 7) disponibilità dei servizi di sicurezza (sia pure a livello ridotto), anche nelle ore notturne, perché se è vero che di notte non ci sono bagnanti, è però vero che nelle acque prospicienti i litorali sono presenti pescatori professionisti addetti alla piccola pesca, pescatori sportivi, subacquei, nautica da diporto minore, ecc.. L’insieme delle linee guida e delle predisposizioni suggerite, cui occorrerebbe però, conclude Lopa, per concretizzarne gli effetti sul territorio, conferire ufficialità e valore giuridico cogente attraverso gli strumenti all’uopo ritenuti congrui dalle Amministrazioni centrali e locali competenti, potrebbe costituire la traccia per la predisposizione da parte degli Enti locali e delle Municipalità di Pianificazioni territoriali per la prevenzione della emergenza balneare in analogia a quanto praticato dalle stesse Municipalità per le altre emergenze di protezione civile tipo terremoti, alluvioni, frane, ecc.…e per la sicurezza in generale dei propri cittadini.

Stampa