Dimaro, ecco Lorenzo Lucca lo “spilungone azzurro”
di Vincenzo Aiello
Lorenzo Lucca alla presentazione ufficiale a Dimaro ci appare timido, sintetico ma determinato, dopo il fuoco di fila dei colleghi. Lukaku nell’intervista a Sky l’aveva definito come “un bravo ragazzo che ha qualcosa da darci” e lo spilungone azzurro – “ho sentito Gattuso e mi ha chiesto come stessi, e che mi stimava” – sembra già calato nella sua veste di vice-belga e soprattutto in quella di discente alla Corte di Conte da cui vuole imparare a migliorare il gioco con i piedi con i compagni.
“Credo di essere un attaccante capace di andare in profondità ma anche di dialogare con gli altri per fare salire la squadra – ripete il ventiquattrenne corazziere di 2 m e zerouno – ma chiaramente spero di migliorare caratterialmente e fisicamente”. Una gavetta lunga quella di Lorenzo partita dalle giovanili granata facendo tutte le trafila fino alla serie B con il salto ai Lancieri di Ajax, esperienza che dice essere stata formativa pur avendo giocato quasi niente. “Devi dire grazie a mio padre, mia madre e mio fratello che mi sono stati sempre vicino – continua – io non ho molti hobby ma quando sto con gli amici mi piace giocare a padel e stare in famiglia… Ho sempre voluto giocare a calcio, il basket non mi ha mai interessato, ed ora che sono qui so da dove sono partito e dove voglio arrivare. Non vedo l’ora di scendere in campo… “.
È emozionato il ragazzo di Moncalieri ma come quelli della sua terra d’origine è senza fronzoli, ma vorrebbe rivivere la Festa scudetto sul Lungomare, magari come protagonista di una vittoria azzurra. “Lukaku mi ha dato molti consigli, così come Conte, per ora corriamo tanto e non abbiamo ancora provato nulla di tattico. Mi ha stupito l’accoglienza di tutto lo staff che lavora con noi e sto cercando di fare amicizia con tutti. Sarà un anno lungo e difficile e dobbiamo stare uniti e sostenerci a vicenda”. Ad aiutarlo in questo nuovo step decisivo per la sua carriera potrebbe essere proprio la ‘cazzimma’ che ha detto di avere acquisita, imparata nella sua gavetta fatta di dieci anni di peregrinazioni con la testa nel pallone…












