Stati Generali dell’Export:l’importanza dei giovani e del made in Italy

zurino_iervolinoRAVENNA –  L’Italia è uno dei maggiori paesi esportatori. E continua ad esserlo nonostante il difficile periodo storico che stiamo attraversando. Basti pensare che, secondo stime di Sace, nel 2022 l’export italiano crescerà del 10,3% e che nel 2023 l’andamento continuerà a essere positivo, registrando un +5% e un valore di 600 miliardi di euro. Gli Stati Generali dell’Export andati in scena al teatro Rasi di Ravenna e presieduti da Lorenzo Zurino, presidente del Forum Italiano del’Export, sono stati un’occasione perfetta per raccontare l’export italiano e dar voce ai suoi protagonisti.
Il ruolo dell’export in Italia

Piccole medie imprese e grandi gruppi si sono scambiati idee e suggerimenti per commerciare con l’estero, in un contesto internazionale in grande cambiamento e minacciato dalla guerra in Ucraina. Golden partner dell’evento Bper e Ferrovie dello stato.

“Chi fa impresa in Italia è un uomo coraggioso”, ha osservato nel suo intervento Lorenzo Zurino, presidente del Forum Italiano del’Export. “E i numeri positivi che ha l’export in questi mesi sono direttamente proporzionali al coraggio degli imprenditori italiani. Tutti i temi di questi Stati Generali hanno un comune denominatore, la capacità di vendere i propri prodotti all’estero. Faremo in modo che da questa due giorni di lavoro esca a gran voce un solo grande obiettivo la riproposizione per il commercio estero formato dai padri costituenti circa settant’anni fa, perché avevano capito l’importanza strategica di questo ministero. Credo che un settore che fa un terzo del Pil se lo meriti”.

Tra gli ospiti Massimo D’Alema, Stefano Rossetti, vice direttore vicario di Bper Banca, Carlo Maria Ferro, presidente di Ice, Stefano Pontecorvo, h.e. chief Nato e Umberto Vattani, presidente Venice International University, già due volte segretario Generale ministero agli Affari Esteri e già presidente Ice.

I focus delle due giornate

Nella prima giornata focus su una delle eccellenze italiane, la filiera agroalimentare, su come esportare il made in Italy e sulla lotta alle agromafie. Poi una sessione dedicata alla salute, che si è concentrata sulle sfide dell’industria farmaceutica italiana: un comparto che esporta 34 miliardi di farmaci all’anno e che ha nel mercato estero il 70% delle vendite su un fatturato totale di 12,5 miliardi.

La seconda giornata invece è stata incentrata sulle infrastrutture come leva fondamentale per il commercio estero, sui giovani under 35, che sono i nuovi leader del settore export, e sul lavoro di Ice, l’agenzia che tutela il Made in Italy per le imprese.
“Largo ai giovani e al digitale”: il contributo di Danilo Iervolino, editore di L’Espresso e Forbes Italia

“L’Italia non può cessare di dare strumenti a chi fa impresa per avere successo”, ha detto Danilo Iervolino, che ha chiuso gli Stati Generali dell’Export definendosi uno startupper ante litteram e portando sul palco una testimonianza fuori dal coro. “Dobbiamo dire la verità: oggi fare impresa in Italia non è facile e il successo si paga a caro prezzo, a differenza dei paesi anglosassoni dove è considerato invece una sorta di benedizione”. E lo è soprattutto per i giovani, che tra abbondante burocrazia e scarsa considerazione sono costretti spesso ad esportare non un prodotto di qualità, bensì le loro idee innovative.

“Vedo l’Italia che partecipa alla rivoluzione, ma che non ha rivoluzionari”, ha detto ancora Iervolino. “Si aggrappa ad un cambiamento che intravede, ma senza qualcuno che promuoverlo farlo sul serio. La digitalizzazione ha colpito molto la comunicazione. Entrando nell’editoria mi sono proposto di fare la stessa cosa che ho fatto in Pegaso: questa università all’inizio era vista come qualcosa di troppo distante dalla solennità delle università italiane. Poi il Paese si è scoperto tecnoentusiasta e l’università telematica è stata compresa. Dei giornali mi sorprendeva vedere la comunicazione un po’ arrugginita, goffa, lenta. E ho deciso di lanciarmi”.
Tra gli altri investimenti di Iervolino anche la cybersecurity e la telemedicina

Con una lungimiranza quasi scientifica, il neo editore di L’Espresso sta investendo anche in altri settori. Oltre alla nota acquisizione della Salernitana, salvata nella scorsa stagione sportiva dopo essere stata rilevata con appena 8 punti e un piede già in Serie B, Iervolino ha raccontato sul palco degli Stati Generali altri due investimenti. Il primo è DuskRise, azienda di cybersecurity che ha brevettato un apparecchio per proteggere lo smart working e che è stata inserita da Google nel suo go-to-market: “Siamo stati premiati come miglior azienda di cybersecurtiyt europea, con un anno di vita stiamo facendo davvero molta strada”. E l’altro è nella telemedicina: “Sono affascinato da tutto ciò che riguarda la rivoluzione digitale. I suoi risvolti in ambito medico sono davvero interessanti: credo che si debba fare prevenzione, curare a casa e farlo meglio. Credo nel cambio di rotta degli italiani, gli strumenti digitali a distanza faranno molta strada”.

Nel futuro dell’imprenditore la volontà di lasciare il segno. “Vorrei restituire quello che ho ricevuto in qualche modo. Mi piacerebbe restituirlo ai giovani. Credo loro possano fare la differenza e che ci voglia un cambio di marcia, anche nella loro formazione. Un ragazzo che vuole fare l’imprenditore o lo startupper e cambiare il mondo deve essere incoraggiato, non gli vanno tarpate le ali. È proprio questa cosa che mi ha spinto a occuparmi di education. Se sei uno bravo a scuola e hai dei sogni, fai l’imprenditore: perché quello è il lavoro più bello del mondo”.

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