Altroconsumo: l’inchiesta sulle abitudini “sostenibili” degli italiani

altroconsumoROMA – Quante volte ci siamo chiesti come poter aiutare il nostro pianeta, soprattutto in questo delicato momento storico di crisi degli approvvigionamenti, in cui si sente il bisogno di tagliare le spese non necessarie e ridurre gli sprechi. Sono molti i comportamenti che possono aiutare a limitare l’impatto ambientale e il consumo energetico: dal dare una seconda vita agli indumenti, al preferire la riparazione e il ricorso al mercato di seconda mano rispetto all’acquisto di nuovi beni, fino alla condivisione di prodotti e servizi che non servono quotidianamente. A tal proposito, Altroconsumo ha condotto un’inchiesta sul grado di sostenibilità nella quotidianità degli italiani, misurando i dati che riguardano dagli acquisti ai comportamenti domestici su un campione di oltre 1.200 cittadini durante il mese di giugno 2022.

L’indagine fa parte delle iniziative legate al progetto RESSS (Rendiamo semplici le scelte più sostenibili), finanziato dal MiSE, Legge 388/2000 – ANNO 2021, finalizzato ad accompagnare i consumatori nella transizione verso un’economia circolare. L’obiettivo è rendere sempre più facile compiere azioni ecologiche e rispettose dell’ambiente, informando anche sulle possibilità offerte da bonus e incentivi messi a disposizione dal Governo. Da maggio sono state ricevute oltre 5814 richieste di contatto da parte di consumatori interessati ad avere informazioni su bonus, ecobonus e incentivi.

I risultati dell’inchiesta saranno presentati durante il webinar online “Rendere semplici le scelte sostenibili: mettiamoci in gioco”, in programma il 24 novembre alle ore 15. L’incontro, indirizzato a divulgatori scientifici e giornalisti, sarà moderato da Mercato Circolare e si terrà in modalità interattiva a distanza, grazie a strumenti che renderanno i contenuti più fruibili, accattivanti e facilmente ricordabili.

UNA PERSONA SU 2 È CONVINTA CHE FARE SCELTE SOSTENIBILI SIA PIÚ COSTOSO

Molte persone credono che fare scelte green sia un lusso per pochi, ma in realtà così non è: ciascuno può adottare un’ottica sostenibile e di risparmio nel proprio piccolo. Dai risultati emerge che le donne hanno maggior sensibilità ambientale, ma i fattori che influenzano le abitudini green si differenziano in base alla categoria di prodotto. Ad esempio, l’82% degli intervistati valuta il consumo di energia come criterio sostenibile prima di acquistare un importante elettrodomestico. Al contrario, quando si tratta di scegliere un prodotto hi-tech o un capo d’abbigliamento, rispettivamente il 53% e il 64% dei rispondenti è condizionato dalle promozioni del momento, mentre i mobili sono scelti soprattutto per il loro design (63%).

Dall’inchiesta emerge che una persona su due considera il prezzo degli articoli più sostenibili troppo elevato. Il denaro rappresenta certamente una possibile barriera al vivere sostenibile, ma non è detto che debba essere necessariamente così vincolante. Per molti cittadini c’è ancora una barriera culturale da superare, per cui parole come condivisione, riparato o ricondizionato suonano stonate, e questo pregiudizio porta a stare alla larga da un’ampia offerta di servizi consolidati che il mercato offre da tempo.

IL 70% DEGLI INTERVISTATI DICHIARA DI AVER ACQUISTATO O VENDUTO ARTICOLI DI SECONDA MANO

In questo contesto, la modalità alternativa all’acquisto più diffusa risulta il prestito, al contrario del noleggio, ancora poco diffuso: solo il 24% degli intervistati afferma di aver noleggiato un articolo almeno una volta al posto di comprarlo. Il 16% ha fatto ricorso, almeno una volta, al noleggio di un veicolo per trasportare un mobile o un grande elettrodomestico. Una percentuale minore (3%), dichiara di aver noleggiato altre categorie di prodotti, quali abiti, accessori, attrezzi e utensili. Più diffuso, invece, l’utilizzo dell’usato: il 70% dei rispondenti afferma di aver venduto o acquistato almeno un prodotto di seconda mano tra quelli delle categorie considerate dall’indagine (grandi elettrodomestici, prodotti hi-tech, abbigliamento, mobili). Più nel dettaglio, la percentuale di coloro che hanno acquistato (tralasciando chi ha venduto) si aggira attorno al 56%. Sono soprattutto l’abbigliamento e il mobilio, a registrare le percentuali più elevate, rispettivamente il 38% e il 31%, acquisti fatti perlopiù nei mercatini dell’usato. I canali di acquisto dell’usato dipendono in parte dalla categoria di prodotto, ad esempio, oltre un terzo di coloro con esperienza di acquisti di seconda mano compra articoli hi-tech su siti e app specializzati in vendite di seconda mano, mentre il 30% si serve di distributori di prodotti ricondizionati, ma in tanti si rivolgono anche ad amici e parenti.

RIPARARE E NON ACQUISTARE: COME ALLUNGARE IL CICLO DI VITA DEL PRODOTTO

Un’altra strategia per risparmiare e allungare la vita di un bene è la riparazione. La maggior parte dei rispondenti risulta informato su questo: il 70% sa che le istruzioni per manutenzione e riparazione devono essere messe a disposizione, il 60% sa di avere diritto di poter acquistare eventuali pezzi di ricambio. Nonostante ciò, quasi la metà del campione dichiara di non essere al corrente dei propri diritti a riguardo. Sulla garanzia di conformità pare esserci ancora confusione, infatti il 46% pensa che garantisca la durata minima di vita dei prodotti oltre a tutelare il consumatore in caso di acquisto di prodotti difettosi o che non rispondono all’uso dichiarato.

È necessario quindi un cambio delle abitudini nel quotidiano, anche solo agendo su piccole cose come: smettere di bere l’acqua minerale in bottiglia che, oltre ad offrire un risparmio economico di almeno 150 euro/anno, riduce l’impatto ambientale. Inoltre, possedere un’automobile tutto l’anno conviene solo se davvero la si utilizza spesso. Con azioni e iniziative pro-ambiente, quindi, è possibile costruire un futuro più sostenibile per tutti, evitando parallelamente inutili voci di spesa.

Stampa