Schiuse di tartarughe marine, ecco il vademecum WWF sul comportamento da adottare

tartarughe2di Luigi De Rosa

Estate, tempo di schiuse dei nidi di tartaruga marina. A partire da metà giugno potrebbe capitare di imbattersi nelle schiuse di uova di tartaruga marina, evento che naturalmente richiama l’interesse del pubblico: sono tantissimi i turisti in vacanza che non vogliono perdersi lo spettacolo dei piccoli tartarughini, fino a 5 centimetri, che escono dalla sabbia per raggiungere – il prima possibile per evitare i predatori – il mare. Vasta eco ricordo ebbe la schiusa di tartarughe sulla spiaggia di Meta nel 2019, evento naturale che in penisola sorrentina non si registrava da circa trent’anni. Ci auguriamo che anche quest’anno ci siano numerose schiuse, anche sorprendenti come quelle del 2019, vorrebbe dire che il Mare nostrum gode ancora di buona salute ma non bisogna mai dimenticare che interferire con i piccoli di qualsiasi specie è sempre sconsigliato. Ecco perché il WWF ha redatto un vademecum sul comportamento da tenere in caso di schiusa del nido. E’ necessario, infatti, seguire alcune semplici regole per non rischiare di disturbare i nascituri in un momento così delicato, rischiando di compromettere un evento così importante.
tartarugheAd esempio è bene non avvicinarsi e mantenere le distanze di sicurezza indicate, quando presenti, dagli operatori WWF, sono bandite luci dirette (compresa quella dei cellulari) e flash, ma anche rumori bruschi e schiamazzi. In genere le schiuse avvengono di notte, ma può capitare che i piccoli tartarughini facciano capolino da sotto la sabbia anche in pieno giorno, come è avvenuto alcuni anni fa a Menfi, in Sicilia tra gli ombrelloni di vacanzieri che non credevano ai loro occhi. Il nido, infatti, non era stato identificato e dunque non era presente nessun recinto né tantomeno alcun avviso. Ma, come si sa, la natura spesso fa miracoli.
L’impegno WWF per le tartarughe marine rientra nel Progetto Europeo LIFE Euroturtles, di cui il WWF Italia è partner, che si propone di realizzare “azioni collettive per implementare lo status di conservazione della popolazione europea di tartarughe marine”, ed è svolto in Croazia, Cipro, Grecia, Malta, Slovenia e Italia, in particolare in Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.

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