In arrivo le nuove pellicole per alimenti commestibili che si sciolgono al 90% in un giorno

pellicola_alimentidi Luigi De Rosa

ROMA – Uno dei problemi del nostro tempo che andrebbe risolto è quello rappresentato dallo smaltimento dei rifiuti, e tra questi, il packaging per gli alimenti è molto serio, perché la nostra società dei consumi ne produce milioni di tonnellate ecco perché riuscire a ridurlo, addirittura trasformandolo in una risorsa alimentare sarebbe un altro step in avanti per un miglioramento generale della nostra qualità della vita. La pellicola trasparente per il packaging alimentare potrebbe arrivare presto anche da un materiale che si può produrre a basso costo e in quantità pressoché illimitate: le alghe. Un gruppo di ricerca russo-indiano ha infatti pubblicato, sul “Journal of Food Engineering”, i risultati ottenuti partendo dalla molecola principale delle alghe: l’alginato di sodio. L’alginato ha già diverse applicazioni nell’industria alimentare così come in quella biomedicale, ma in questo caso le sue caratteristiche e, soprattutto il fatto che in acqua, dà origine a una gelatina, sono risultate particolarmente utili. Infatti, come scrivono i ricercatori, unendo a una soluzione di alginato un altro composto naturale, l’acido ferullico, dotato di attività antiossidante, in varie concentrazioni (25, 35 o 45 mg per ml), si possono ottenere tre diversi prototipi di una pellicola che è resistente, omogenea, trasparente, edibile e si scioglie in acqua al 90% dopo un solo giorno! Per questo una delle tre (che presentano alcune specifiche differenti) può essere utilizzata, virtualmente, per qualunque tipo di alimento: dalle verdure alla carne, dal pesce alla frutta. Inoltre nella pellicola trasparente per il packaging alimentare, che è prodotta dalle alghe, poiché si prepara da una soluzione acquosa, è possibile “arricchirla” con alcune sostanze dotate di una naturale attività antimicrobica come la curcuma, il ginger e l’aglio, che possono al tempo stesso allungare la shelf life del prodotto e contrastare la diffusione dei germi tramite le confezioni. Infine, non occorrono impianti speciali per produrla: sono sfruttabili quelli già in uso per produrre polimeri e pellicole di altro tipo, da usare oltretutto a temperatura ambiente, perché non serve scaldare la miscela per avere la reazione.

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