E’ morto il Re…Viva il Re!

diegoEl Pibe de oro si è spento nel silenzio di una anonima villetta. Il re non c’è più eppure tutti si ricordano di lui. Chi è stato Diego Armando Maradona? Un genio del pallone giocato, un cocainomane, un vip, un capo-popolo, un rivoluzionario? Tutto e niente di ciò. Le etichette le affibbiano la critica, gli intellettuali col rolex al polso, non certamente l’interessato.
Chi è stato Maradona? Un ragazzo della periferia di Buenos Aires con un sinistro unico che tirava calci su un polveroso campo che è riuscito a salire lungo la scala sociale grazie al fatto di essere unico nella sua generazione e in quelle a venire.
Cosa è diventato? Un calciatore unico, un geniale interprete dell’arte pedatoria (mutuando un aforisma di Gianni Brera).
Perchè è diventato famoso ed è rimasto nel ricordo e nel cuore di quanti l’hanno avvicinato?
Molte sono le chiavi di lettura che l’intellighenzia salottiera appiccica al personaggio senza, peraltro, andare nella profondità del suo essere.
Maradona è stato amato da Argentini e Napoletani e non per i titoli vinti, che pure sono stati molti, perchè era come l’uomo qualunque.
Non alto, non palestrato, amante della buona tavola, restio alla fatica, facile all’ira e alla risata, è stato l’anti eroe degli anni ’80, antitesi al mondo patinato e perfetto e, perciò, piatto. La vita dell’uomo della strada è fatta di quotidianità, di piatti rotti nei litigi con la moglie, di preoccupazioni per le bollette da pagare o perchè si è rotta la lavatrice.
La casalinga e l’operaio di Voghera erano convinti, sfogliando le riviste dal parrucchiere, che il loro fosse il mondo sbagliato a fronte di quello perfetto alla Barbie. Che ci fosse una società di serie A ed una società degli altri.
Maradona è stato quello che ha dato voce alle rivendicazioni ed aspirazioni di questa, che ha rivestito di dignità chi si è sempre sentito minus di tutto.
Maradona ha dato lustro al termine dispregiativo di terrone.Ha cancellato l’ingiustificata vergogna e senso d’inferiorità che dall’ottocento attiene al napoletano che incontro in strada. Il napoletano che si barcamena tra il banchetto di sigarette di contrabbando e i prodotti contraffatti. Maradona mai ha fatto valere alcuna roialty (provate a farlo con Cristiano Ronaldo o Messi o Ibrahimovic e vi troverete addenti alla giugulare da orde di avvocati e commercialisti)
Gli anni di Maradona a Napoli hanno rappresentato un periodo di pace, privo di scontri anche nelle piazze perchè el Pibe ha avuto la capacità di pacificare una realtà multiforme e complessa come quella partenopea. Nella Napoli dei furbetti post terremoto hanno convissuto le vittime di questi, ci si è tenuti per mano e cantato il Porompompo.
Maradona ha fatto sentire tutti noi orgogliosi delle nostre origini in special modo quanti hanno dovuto abbandonare la terra natale per motivi di lavoro e che si sono sempre sentiti tollerati e mai accettati.
Maradona è stato un capo popolo? (assolutamente no vista la fine che hanno fatto detti figuri) nè tanto meno un rivoluzionario. Maradona non è Bakunin o Ghevara.
Maradona ha voluto giocare a calcio e lo fatto come nessuno prima o dopo di lui e per questo è stato un baciato dalla sorte e l’unica sua gioia era quella di far felice se stesso e gli altri attraverso un campo da calcio. Nessun manifesto politico anche se,per indole e vissuto, estremamente attento a diminuuire le differenze tra chi sta bene e chi è messo peggio.
Oggi Maradona è morto e sepolto ma cosa ci resta? Resta, di certo, la mano de Dios del 1986 ma più di questa resterà nella mia memoria l’urlo dinanzi alle telecamere al mondiale statunitense prima di essere accompagnato da una paffuta inserviente all’antidoping che ne avrebbe sancito la morte sportiva.

Il mondo piange Maradona.

Gli esteti, psicologi, iornalisti, masturbatori mentali lo fanno per dare un senso alle sue giocate. L’uomo dello strada lo fa perchè un amico, un vicino di casa ha fatto il grande balzo.
Da qualunque parte lo si voglia osservare, e sarà sempre parziale e per questo inesatta, el Diez lascia noi tutti, oggi, più poveri e più soli.

di Vincenzo Romano

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