Povertà educativa in Campania, il nuovo report di Openpolis

centro-culturale-pianoL’ultimo report di Openpolis in collaborazione con l’Osservatorio povertà educativa fotografa un’Italia a due velocità anche per quel che concerne la diffusione delle biblioteche sul territorio nazionale e la connessa abitudine alla lettura. Per i bambini piccoli, quelli in età prescolare, la biblioteca può diventare luogo di socializzazione con i coetanei, con l’inizio delle Primarie diventa invece occasione irrinunciabile per l’accesso ai libri, soprattutto per chi non ha le possibilità economiche per acquistarli. Nelle città maggiori la funzione sociale delle biblioteche è fondamentale questo rivela il report, inoltre per i ragazzi che abitano in case sovraffollate, sempre le biblioteche possono rappresentare un luogo tranquillo dove studiare e incontrarsi con gli amici. Il 66% dei ragazzi e delle ragazze tra i 15 e i 17 anni, infatti, dichiara di frequentare la biblioteca per motivi di studio ma anche per altri motivi. In Campania, ad esempio, Regione che ha il primato di segnalazioni da parte di famiglie che dichiarano di vivere in case malridotte e sovraffollate, l’8,4% contro una media nazionale del 4,8%, gli studenti scelgono dunque la biblioteca proprio per poter studiare in un ambiente più sano, tranquillo e in compagnia di amici. Tra gli alunni delle Primarie inoltre, meno della metà ha letto almeno un libro oltre quelli di scuola. Una tendenza media che cela differenze territoriali profonde, in primo luogo tra nord e sud. Nel Mezzogiorno vi sono più minori che non leggono, in Campania è il 69,40% che diventa addirittura 72,60% in Sicilia (elaborazione Istat-Ste). Analizzando i dati scopriamo che se i genitori leggono anche i figli, 3 su 4, diventeranno lettori, mentre quando sono entrambi i genitori a non avere l’abitudine alla lettura poco più di un terzo dei bambini di questi ultimi svilupperà tale abitudine; il 74,9% di minori figli di lettori leggono, dato che invece crolla al 36,2% tra i figli di non lettori. Questo dato sottolinea come la povertà educativa si trasmetta tra generazioni e che per contrastarla le biblioteche e l’accesso a queste ultime rappresenta un utile strumento; il 72,70% dei ragazzi tra i 6 e i 10 anni, infatti, dichiara di frequentare le biblioteche per usufruire del prestito dei libri. Perciò la presenza di biblioteche funzionali e accessibili può essere uno strumento per estendere l’accesso alla lettura, specie per i più giovani. Se si prendono in considerazione tutte le biblioteche presenti nell’anagrafe, il quadro offre alcune prime differenze interessanti. Ai primi posti per rapporto tra biblioteche totali e minori spiccano Pavia (25,2 strutture ogni 1.000 giovani 6-17 anni) e Pisa (20,8). In generale, i capoluoghi con maggiore densità di biblioteche per minore sono prevalentemente nel centro-nord. Ai primi 20 posti, infatti, vi sono 3 capoluoghi per ciascuna delle seguenti regioni: Veneto, Toscana, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna. Altri 3 si trovano nelle Marche e in Umbria (Macerata, Fermo e Perugia) e 2 in Sardegna. Questi ultimi (Cagliari e Sassari) sono gli unici del mezzogiorno a comparire nelle prime 20 posizioni. Se si considerano solo le biblioteche pubbliche e non specializzate il quadro (in parte) cambia. Ai vertici compaiono 2 città lombarde: Pavia (che conferma quindi il primo posto in entrambe le classifiche) con 3,1 strutture pubbliche e non specializzate ogni 1.000 minori, e Mantova (2,3). Ma tra i primi 20 capoluoghi è sensibilmente maggiore la presenza delle città del sud, che salgono da 2 a 5 su 20.
di Luigi De Rosa

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