Parchi Nazionali, la Corte dei Conti passa in rassegna i bilanci degli enti

parchi_nazionali_2020ROMA – Riflettori accesi sulla gestione dei Parchi Nazionali per i quali la Sezione Controllo Enti della Corte dei conti ha approvato, con Delibera n. 26/2022, la relazione sulla gestione 2020. Sono 23 gli enti parco nazionali italiani e l’analisi della Corte ha riguardato sia i risultati economico-finanziari relativi a ciascuno di essi sia al complessivo andamento dell’intero settore. Il documento ha fra l’altro affrontato gli aspetti legati alla “Digitalizzazione dei parchi nazionali”, obiettivo dell’investimento 3.2 del PNRR.

Dall’esame delle singole gestioni sono emerse criticità connesse al conferimento degli incarichi ad interim – sia a dipendenti che, in qualche caso, a soggetti esterni – anche per periodi prolungati in capo allo stesso soggetto o con numerosi avvicendamenti per periodi limitati.

Il settore resta, anche nel 2020, a finanza derivata dai trasferimenti dello Stato che, con una rilevante componente vincolata, sono in lieve aumento sul 2019 (da 72,3 a 73,5 milioni di euro), mostrando tuttavia un’incidenza in forte crescita (85,1%, contro il 63,1 del 2019).

L’apporto finanziario di regioni, enti locali e del settore pubblico e privato resta su valori ancora modesti, con l’eccezione degli enti Appennino Lucano, Appennino Tosco- Emiliano, Gran Sasso e Maiella che sono comunque in netta contrazione sul 2019 (da 10 a 3 milioni di euro). Ammontano a 9,9 milioni di euro le fonti autonome di entrata, anch’esse in forte calo rispetto ai 32,2 milioni del 2019, con un’incidenza complessiva che passa dal 28,1 all’11,3%, essenzialmente a causa della crisi pandemica.

La gestione finanziaria 2020 del settore, pur con un risultato positivo di 36,1 milioni di euro, è in calo del 27,2% sul 2019 (49,6 milioni), per la forte contrazione (da 31,31 a 17,8 milioni di euro) dell’avanzo della gestione di parte capitale, a sua volta influenzato dagli impegni di spesa legati alle misure per la mitigazione e l’adattamento ai mutamenti climatici, coperti con l’avanzo di amministrazione 2019. Resta, invece, stabile l’avanzo della gestione corrente (da 18,3 a 18,2 milioni di euro).

Il risultato di amministrazione dell’intero comparto si attesta a 202,02 milioni di euro, in aumento del 38,1%, con un ancora elevato livello dei residui, sia attivi (89,4 milioni), che passivi (180 milioni), rispettivamente in crescita sul 2019 del 13,9 e del 17,9%). Il saldo della gestione economica del settore registra un valore positivo di 25,3 milioni di euro, in rilevante aumento (+49,1%) rispetto ai 17 milioni del 2019. Analogamente, il patrimonio netto evidenzia un incremento del 10,3%, assestandosi a 276,4 milioni di euro a fine 2020, per effetto del risultato economico complessivo dell’esercizio.

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