Covid-19: l’inquinamento favorisce il virus?

smogOggi in piena pandemia capire se ci sia o meno una correlazione tra covid-19 e inquinamento credo sia fondamentale per programmare una serie di azioni efficaci per combatterne la diffusione. Ricerche che hanno mostrato come il particolato atmosferico possa fungere da vettore al virus o come il virus attacchi preferibilmente i polmoni dei fumatori stanno sollevando molti dibattiti e non tutta la comunità scientifica si è trovata d’accordo. Uno degli studi più interessanti realizzati in questi mesi è stato portato a termine da un’equipe di ricercatori dell’Havard Data Science. La ricerca si era posta l’obiettivo di capire il possibile effetto dell’esposizione alle polveri sottili, in particolare le PM2.5 (le polveri di dimensione inferiore a 2.5 µm), sul tasso di mortalità del Coronavirus negli Stati Uniti. I ricercatori hanno preso in esame dati raccolti in 3mila contee, coprendo il 98% della popolazione. I risultati hanno dimostrato che anche un solo piccolo aumento (µg/m3 nell’esposizione a lungo termine all’inquinamento da PM2.5) porta a un grande aumento (15%) del tasso di mortalità da Covid-19. A capo del team di studiosi c’è una ricercatrice italiana Francesca Domenici. La dottoressa Domenici, che ha alle spalle tantissimi studi epidemiologici, ha spiegato che per gli Stati Uniti si è potuto attingere ai dati relativi ai livelli di contaminazione e a tutta l’informazione demografica e socio-economica degli ultimi 20 anni, questa banca dati ha permesso di accelerare la ricerca. Sempre la dottoressa Francesca Domenici ha dichiarato a Serena Tarabini, che l’ha intervistata per il Manifesto (vedi L’Extraterrestre del 23 aprile 2020), che approfondendo l’analisi di questi dati è emerso un risultato sempre più definito – la co-presenza di patologie derivanti dall’esposizione al PM2.5 peggiora gli effetti del Coronavirus. Le PM2.5 sono particelle microscopiche, molto pericolose perché non si riesce a filtrarle (mi viene da sorridere amaramente pensando a quanta gente (soprattutto anziani) ho visto personalmente andare in giro con sciarpe e foulard in sostituzione delle mascherine!). E’ accertato che queste polveri che finiscono in profondità nei polmoni, scatenano una reazione infiammatoria. C’è da aggiungere che possono finire nel torrente circolatorio causando malattie cardiovascolari. I dati delle ospedalizzazioni che sono stati raccolti in Italia e in Cina confermano queste impressioni, in sostanza le persone che hanno già infiammazioni dovute all’esposizione a queste polveri provenienti da apparati industriali, inceneritori e in qualche misura dall’allevamento intensivo sono più soggette al contagio del virus. Sempre la ricerca condotta dai tecnici dall’Harvard Data Science ha verificato che c’è un’interazione molto forte fra l’infiammazione sofferta da chi è esposto a lungo alle polveri sottili e il virus. L’arrivo in Italia del Covid-19, in un’area notoriamente inquinata come la Val Padana ha prodotto gli stessi effetti che in una campagna arida provocherebbe il fiammifero di uno sconsiderato, un incendio disastroso. Questo aspetto andrà approfondito ulteriormente, e speriamo tenuto in grande considerazione dai nostri politici. Per combattere il Covid-19 è fondamentale migliorare l’aria che respiriamo, tutelare l’ambiente, gli alberi si piantano non si tagliano, sono le piante il primo baluardo contro il covid. Sebbene ci rendiamo conto che in questo momento il Paese debba affrontare anche una grave crisi economica, ignorare questi studi chiudendo nuovamente gli occhi su fabbriche, inceneritori etc che producono polveri sottili sarebbe realmente, oggi più di ieri, da irresponsabili per non dire criminale alla luce di tutte le persone care che hanno pagato con la propria vita questa situazione drammatica. Nel 1973 nel testo “Gli otto peccati capitali della nostra Civiltà”, l’etologo Konrad Lorenz scriveva: “Devastando in maniera cieca e vandalica la natura che la circonda e da cui trae nutrimento, l’umanità civilizzata attira su di sé la minaccia della rovina ecologica. Forse riconoscerà i propri errori quando comincerà a sentirne le conseguenze sul piano economico, ma allora, probabilmente sarà tardi”, a queste parole la scrittrice Susanna Tamaro aggiunge “ciò che in questo barbaro processo l’uomo avverte di meno è tuttavia il danno che essa reca alla sua anima”. Abbiamo fatto del dio denaro il nostro fine non il mezzo, oggi il covid-19 ci costringe a cambiare, ma il nostro cambiamento, se vogliamo vincere la guerra, deve essere culturale. Supponiamo per un momento che domani mattina ci annuncino il vaccino, che faremo dopodomani?, riprenderemo a inquinare e distruggere la natura inopinatamente come abbiamo fatto fino a due mesi fa? Greta Thumberg ha ragione la nostra casa (e i nostri polmoni) sono in fiamme, e siamo stati noi a volere tutto questo facendoci anestetizzare il cervello da questa società dei consumi e del profitto sopra ogni cosa. Diffidate dai populisti, dai demagoghi, dagli imprenditori senza scrupoli, dobbiamo ripartire ma la direzione da prendere è quella per la costruzione di una società sana e che abbia un’anima, non quella cieca, egoista e criminale che ci ha condotti in quest’inferno.
A cura di Luigi De Rosa

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