Veleni accattivanti che, a nostra insaputa, finiscono nei piatti che cuciniamo

Fungi

Se la frode alimentare diventa prassi imprenditoriale e commerciale ai poveri Consumatori resta davvero poco o nulla da fare per tutelare la propria salute! Tanto più che la legislazione nazionale ed europea puniscono sempre meno severamente l’adulterazione e la sofisticazione alimentare. La ragione è evidente: il potere di condizionamento delle multinazionali dell’agroalimentare non si limita al mercato, ma contamina anche il livello politico-istituzionale con gli effetti che si traducono in leggi e regolamenti sempe più permissivi che non prevedono sanzioni penali reali. La lettura del libro “Siete pazzi a mangiarlo” di Christophe Brusset si trasforma in un vero e proprio incubo perchè spalanca le porte alla conoscenza di questo mondo col quale, volenti o nolenti, ci interfacciamo inconsapevolmente ogni giorno quando facciamo la spesa e poi in cucina ai fornelli e infine sulle tavole dove consumiamo i nostri piatti. Fin qui il problema riguarda quello che acquistiamo, quasi sempre inconsciamente, e quello che prepariamo a casa. E quando andiamo al ristorante che cosa ci viene proposto da cucine e da gastronomie sempre più impegnate a curare l’aspetto estetico del piatto che non il suo contenuto in termini di bontà e qualità della materia prima? Qui entriamo in un altro mondo, dove la scienza e la tecnica gastronomica manipolano la materia prima per conquistare l’occhio, ancor prima che il palato, del Consumatore: parliamo di una gastronomia artistica! vanigliaRitorniamo al libro e alle frodi dove l’autore si sofferma su “…un bel gelato alla vaniglia, di un bel color panna, con i puntini neri dentro…Voi credete che sia stato fatto con dela buona vaniglia in baccelli, tuffata nel latte ribollente perchè gli aromi delicati profumino la preparazione e che il tutto sia stato mescolato con amore alla maniera tradizionale dalle man iesperte di una lattaia del XVII secolo. Dovete smetterla di sognare davanti alle pubblicità in tv, cari amici. La vaniglia esausta serve da “marcatore visivo” (tradotto:  astuzia affinchè sembri attraente, genuino, autentico). In realtà il gelato è un insieme di acqua, latte in polvere, aroma artificiale prodotto a partire da residui di pasta di carta, vaniglia esausta all’esano (solvente neurotossico e potenzialmente cancerogeno), colorante caramello E150d (zuccheri scaldati in presenza di solfito ammoniacale, potenzialmente cancerogeno e da evitare se si è sensibile ai solfiti) e altri additivi. Trattandosi di un prodotto destinato principalmente ai bambini dico “complimenti“. pepeE che dire delle spezie, quelle che ci fanno un occhiolino invitante nelle loro variegate boccette ben appostate sugli scaffali del Supermercato pronte a condire i nostri piatti nel modo più variegato e col pensiero di aggiungere, insieme al sapore, le decantate “qualità organolettiche” del prodotto dai benefici effetti per la nostra salute!  Qui si entra in un modo a parte perchè la fornitura della materia prima avviene a livello mondiale, dai Paesi produttori prima ancora che dai manipolatori dell’agroalimentare. Il Pepe, per esempio, col quale insaporiamo tante pietanze…il peperoncino rosso tanto per restare alle spezie più note! Il viaggio in questo mondo è sconcertante perchè di materia prima nei nostri piatti ne finiscono particelle infinitesimali…quando ci va bene! Le miscele supertritate nascondono di tutto e di più. Quante volte abbiamo impepato e continuato a impepare perche “questo pepe non si sente…“? E vai giù con le quantità, sempre più abbondanti e sempre più avvelenate. Ma quello non è pepe, ma frutto di uno stratagemma: “…Compriamo in India delle bacche di pepe abortite. Quelle che chiamano pinheads…Costano anche la metà, ma praticamente non hanno sapore e non sono piccanti – spiega Brussett – E’ comunque pepe…Una parte della pianta, ma tecnicamente non è pepe perchè non ne possiede tutte le caratteristiche, fondamentalmente per via dell’assenza di piperina, l’olio essenziale caratteristico del pepe. Mischiando le bacche abortite con del vero pepe occorre tritare tutto perchè le bacche abortite sono molto piccole, più leggere e scolorite. Così otterremmo del pepe in polvere, con un sapore meno forte, povero in olio essenziale, di un grigio un po’ più chiaro...”. (2 – continua)

ViC

Stampa