Storie di mare e di uomini di mare, il cap. Aniello Carderopoli di Meta

petroliera luisaCi sono storie di uomini e storie di mare in una terra come quella sorrentina dove la vita sul mare ha rappresentato, e in parte ancora rappresenta, l’identità di una comunità che lega il proprio nome a vicende che fanno onore al paese e che meritano di essere immortalate a futura memoria. Nel giugno del 2015 ricorreva il 50° anniversario di una tragedia marinara che ha visto tra i suoi protagonisi un capitano di Meta, Aniello Carderopoli 1° ufficiale di coperta, che nel 1965 visse la terribile esperienza dell’esplosione della petroliera “Luisa” avvenuta nella notte del 5 giugno a Bandar Mashour in Golfo Persico nel mentre avvenivano le operazioni di carico del petrolio grezzo. Nella terribile esplosione il cap. Carderopoli fa sbalzato in mare riportando gravi ustioni, ma riuscì a salvarsi e a far ritorno a casa dalla moglie Fortunata Mastellone e dai figli, Maria Rosaria (6 anni, oggi professoressa di matematica) e Antonio (4 anni, oggi affermato medico oculista). Un incidente che tranciò giovani vite di marinai che coraggiosamente si sacrificarono per scongiurare una vera e propria catastrofe.

Guidata dal comandante Lazzaro Parodi di 38 anni, la nave in preda alle fiamme fu coraggiosamente condotta fuori dal porto, al largo dove poi esplose con il suo carico di petrolio e di vite umane immolatesi per evitare che le fiamme coinvolgessero altre navi ormeggiate e le strutture di terra. Si salvarono solo in dieci e fra questi il cap. Carderopoli che a bordo della Luisa era imbarcato insieme ad un altro marittimo della Penisola Sorrentina, Mariano Astarita di Vico Equense, che invece perì nel rogo. Il ritorno a casa del cap. Carderopoli si trasformò, per l’eco internazionale della tragedia e per l’attenzione che gli dedicò la stampa, in un vero e proprio evento a conferma del prestigio della marineria sorrentina e dell’apprezzamento riconosciuto a eroi d’altri tempi il cui esempio non deve essere dimenticato, tanto più quando per altre vicende di mare l’onore di questa stessa comunità è stato leso e rappresenta ancora una ferita aperta.

La storia di questi marinai, la storia del cap. Carderopoli merita perciò un ricordo perenne nella sua cittadina, Meta, dove il Sindaco Giuseppe Tito sta intitolando alcune strade alla memoria dei suoi predecessori. La storia di Carderopoli e della sua famiglia (che pagò un prezzo salatissimo per le conseguenze di questa tragedia) non può finire nell’oblio perchè è l’esempio di quell’orgoglio marinaro scevro da qualunque altro interesse e che rende onore a un’intera categoria di lavoratori e alla comunità dove essi sono nati e dove hanno trascorso la loro vita, sempre all’insegna della riservatezza, dell’umiltà nel nome di uno spiccato senso del dovere. Per questo e per tutto quello che questa storia ha rappresentato per Meta, anche rispetto a più recenti e sicuramente meno esaltanti tragedie del mare, l’Amministrazione Comunale, come già anno fatto altri Comuni dove viveno i marinai della “Luisa“, dovrebbe intitolare una strada o una piazza alla memoria di Aniello Carderopoli, capitano figlio della gloriosa marineria metese che per il proprio lavoro e sprezzante del pericolo ha saputo rendere onore alla marineria italiana. (ViC)

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