I Cinesi entrano nelle principali aziende del nostro Paese

banca cineseCommento personale pubblicato in data odierna, a margine dell’articolo di Monica D’Ascenzo, Il Sole 24Ore: “Intesa SanPaolo, People’s Bank of China oltre il 2% del capitale

I cinesi, in maniera “soffice ed amichevole” sono entrati ed entrano – dalla porta principale – nelle istituzioni pubbliche (Cassa Depositi e Prestiti) e nell’azionariato delle più importanti aziende del nostro Paese: Eni, Enel, Generali, Terna, Prysmian, Mediobanca, Fiat (oggi: Fiat Chrysler Automobiles – FCA), ecc.. E’ il caso, per l’appunto dell’Istituto bancario IntesaSanPaolo.

Per queste operazioni i cinesi, intelligentemente e cautelativamente, utilizzano parte delle grosse consistenze di dollari che sono stati costretti ad accumulare – anche controvoglia – fino ad oggi. In linea generale, gli investimenti che arrivano dall’estero in Italia sono un fatto positivo ed apprezzabile.

Occorre solo capire il peso effettivo di questi investimenti e il possibile condizionamento degli stessi riferito alle scelte strategiche degli enti destinatari dei “dollari cinesi”.

Una volta smaltite le tonnellate di dollari custodite nei caveau della loro Banca Centrale (Bank of China), i dirigenti di Pechino imporranno, con tempismo ed armoniosità, la loro moneta: yuan-renbimbi.

Salvo che, nel frattempo, non si registrino situazioni traumatiche a livello planetario, tali da sconvolgere e scardinare l’ordine delle cose ed i rapporti di forza tra Stati sovrani, maturati e strutturati negli ultimi cinquant’anni.

Sàntolo Cannavale
www.santolocannavale.it

Per comodità di consultazione, riporto di seguito l’articolo di Monica D’Ascenzo.

L’istituto centrale cinese, People’s Bank of China ha il 2,005% di Intesa Sanpaolo. È quanto emerge dagli aggiornamenti dell’azionariato pubblicato sul sito della banca. L’istituto centrale cinese, che già detiene partecipazioni rilevanti in varie società italiane, prende quindi posizione anche sull’istituto guidato da Carlo Messina.
La quota in Intesa Sanpaolo è la seconda per valore che People’s of China detiene in Italia.
Nel capitale della banca, sono già presenti con quote sopra il 2% altri investitori esteri come Norges Bank (2,091%) e Blackrock (4,897%).

Con quest’operazione si allargano gli investimenti in Italia della banca centrale cinese, che già da qualche anno sta costruendo il proprio portafoglio diversificando i settori di intervento.
Attualmente People’s Bank of China conta una partecipazione sopra al 2% nei due grandi gruppi partecipati dal Tesoro italiano: Eni(2,102%) e Enel (2,004) per un investimento che ai tempi era stato valutato attorno ai 2,1 miliardi.
I primi acquisti in Enel risalgono al 2011 con una piccola quota di 500mila titoli.

Sempre sopra al 2% anche le quote in Telecom Italia(2,081%), Prysmian (2,018%), Saipem (2,035%), Generali(2,014%) e Terna (2,005%). Sono state limate sotto questo livello, invece, le partecipazioni in Mediobanca (1,98%) e Fca (già FIAT) (1,95%).
Quest’ultima era stata valutata attorno ai 670 milioni di investimento nel luglio scorso. Mentre l’investimento in Piazzetta Cuccia fu realizzato in un sol giorno, il 14 ottobre scorso, mentre il premier Matteo Renzi stringeva la mano a Palazzo Chigi al primo ministro della Repubblica popolare della Cina, Li Keqiang.

Nel complesso l’impegno della banca centrale cinese in Italia ammonta ad un valore di Borsa di 4,9 miliardi circa alle quotazioni attuali.

Monica D’Ascenzo – Il Sole 24 Ore

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