Basilea 3, per Fusco (BPMed) il rinvio Usa non giova all’Italia

Si discute nel mondo bancario italiano sulla decisione degli USA di rinviare l’applicazione delle norme di Basilea 3, circostanza che si traduce, di fatto, in una penalizzazione per il sistema delle imprese negli altri paesi e in particolare in Italia. Così ha commentato la notizia Gennaro Fusco, presidente della Banca Popolare del Mediterraneo con sede a Napoli. “E’ notizia recente, che l’ABA (praticamente l’ABI americana) abbia presentato formale richiesta per slittamento dei tempi di applicazione dei presidi di Basilea 3 adducendo la Fed che, “non c’e’ tempo sufficiente per capire le regole e fare i necessari cambiamenti nei sistemi……….”.
Eppure le novità da introdurre dal prossimo 1.1.2013 erano ben condivise e note da oltre 2 anni (gli USA sono membro Fsb)…….
Non sono esperto di politica internazionale, ma la “diffidenza” mostrata dalle borse statunitensi dopo la rielezione di Obama, credo che abbia avuto un peso decisivo nell’adozione di un provvedimento (ovvero nella scelta di non adottarlo), proprio per attenuare i timori dei banchieri USA.
Io rappresento una piccola banca popolare neo costituita, ma da circa qualche anno, e già prima dell’avvio dell’operatività, affronto i temi di Basilea e dei suoi vari Pilastri; tutto il nostro sistema domestico, istituzionale e non, lavora per la predisposizione e il recepimento delle nuove regole. Regole che poi troveranno (o dovrebbero trovare a questo punto), dal 2019, piena ed omogenea applicazione.
Tuttavia osservo che il mondo (finanziario) si dà delle regole di autodisciplina, soprattutto nel sensibile comparto bancario, salvo poi scoprire che la piazza americana, crei per cosi dire, dei presupposti di favore per le banche statunitensi, proprio per quel sistema che aveva reso necessaria l’uniformità delle regole finanziarie mondiali, all’indomani delle calamità finanziarie proprio da questi cagionate!
Certo potrebbe essere questa una occasione contingente per differire in via generalizzata l’operatività delle nuove regole, ma è evidente che se gli USA andassero “per conto proprio”, ancora una volta ci troveremmo a subire un comportamento forse di buon senso, ma certamente non in linea con gli accordi e rispettoso del resto del sistema bancario mondiale. Se una scelta deve essere fatta non può certamente creare condizioni di accesso al credito differenti, a vantaggio di chi modifica i tempi di gioco, poco prima che l’arbitro fichi l’inizio della gara!”

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