Cicas, proliferano proteste e manifestazioni contro Equitalia

ROMA – Sul territorio proliferano le proteste e le manifestazioni dei contribuenti nei confronti della società che gestisce la riscossione. In Puglia e Basilicata gli agricoltori chiedono una moratoria dei debiti fiscali e contributivi.  Noto amministratore pubblico Pugliese di Bari, ha ufficialmente dichiarato: «Equitalia tiene atteggiamenti intollerabili nei confronti delle aziende del Sud, praticando metodi che stanno provocando il fallimento di molte aziende.  Per questa ragione il mio Comune  non intende più servirsi dei suoi servizi e invita tutti i sindaci d’Italia a fare la stessa cosa». In Sardegna solo pochi giorni fa più di 10 mila persone (imprese agricole, ma anche imprenditori e commercianti) sono scese in piazza a Cagliari per protestare contro le cartelle di pagamento, mostrando addirittura un cartello raffigurante una bara e la scritta «qui giacciono le partite Iva». Acque agitate anche in Friuli-Venezia Giulia e Veneto.
Disagio non nuovo manifestato anche da diverse associazioni di categoria che hanno inviato a Attilio Befera numero uno dell’Agenzia delle entrate e presidente di Equitalia, un esposto chiedendo l’apertura di Tavoli di confronto a livello territoriale dove si sono evidenziate le maggiori criticità e tensioni, possano portare un fattivo contributo alla soluzione dei tanti problemi che le imprese sono chiamate ad affrontare nella fase di una crisi ancora forte.  I contribuenti dunque contestano  un modus operandi che spesso mette ulteriormente in ginocchio le imprese, privandole dei propri beni senza neanche un preavviso.
Il problema è un solo: lo Stato deve decidere se è meglio incassare un credito oppure continuare a vessare i contribuenti senza prendere assolutamente nulla, l’attuale sistema di irrogazione delle sanzioni è penalizzante e ingiusto. Gli omessi versamenti degli imprenditori onesti che dichiarano le imposte dovute e poi non versano a causa della crisi di liquidità sono messi sullo stesso piano di chi evade volontariamente le imposte.  Nessuno chiede di non pagare, la gente vuole semplicemente equità. E’ di oggi la notizia che Tremonti avrebbe dato un segnale di distensione sul tema affermando che si devono fermare le forme di abuso delle ganasce fiscali  ma anche agli interessi sugli interessi che oggi, nella riscossione, generano fenomeni di vero e proprio anatocismo.
La CICAS auspica,  al fine di tutelare gli operatori commerciali e i piccoli imprenditori,  che alle parole del Ministro  seguano fatti concreti ed immediati già nella prossima conversione in legge del decreto sviluppo. Inoltre la CICAS rileva che attualmente c’è una forte sproporzione tra contribuente e fisco il quale dotato di nuove armi per combattere l’evasione spesso vessa i piccoli operatori mostrando  come riconosciuto dallo stesso ministro Tremonti una ‘efficienza  che  viene percepita dai cittadini come ferocia. La CICAS rileva, con una punta di amarezza,  che  l’adesione all’accertamento, anche nei casi in cui il contribuente abbia dimostrare la propria correttezza sostanziale,  rimane purtroppo  il modo per evitare ulteriori sanzioni che altrimenti sarebbero  eccessive e aggravate da interessi che rischiano di essere ancor di più  appesantite dagli oneri di Equitalia e conseguenze relative.
Si rileva invece ancora oggi che a fronte dalle aperture dei vertici delle Agenzie delle Entrate, che con due lettere di Attilio Befera hanno dettato nuove regole nei rapporti con i contribuenti, spesso gli uffici territoriali,  invece si comportano diversamente continuando in un comportamento vessatorio e leonino.

www.cicasitalia.eu

                                                                         
 

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