La riforma dei servizi postali in Italia

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Il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato negli ultimi anni da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto regolatorio, il grado di concorrenzialità dei mercati e la marcata evoluzione delle esigenze della clientela verso una differenziazione dell’offerta dei servizi. Con la direttiva 2008/6/CE viene portato a compimento il processo di liberalizzazione del mercato dei servizi postali nei paesi della UE. Dal 1 gennaio 2011 gli Stati membri non possono concedere o mantenere in vigore diritti esclusivi per la forniture di servizi postali. Sullo schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva la Commissione trasporti della Camera ha espresso il 16 febbraio parere favorevole, con alcune condizioni, fra le quali va segnalata la richiesta di modifica delle norme che disciplinano l’Agenzia, al fine di rafforzarne le garanzie di indipendenza e autonomia, in coerenza con gli indirizzi comunitari. Il processo di liberalizzazione dei servizi postali è stato avviato con il decreto legislativo n. 261/1999, adottato in attuazione della direttiva 97/67/CE, la quale stabiliva regole comuni per lo sviluppo del mercato interno dei servizi postali comunitari e per il miglioramento della qualità del servizio. L’obiettivo perseguito fin dall’adozione di tale decreto era quello di conciliare l’apertura del mercato alla concorrenza e l’esigenza di salvaguardia dell’universalità del servizio sull’intero territorio nazionale, a condizioni accessibili per tutti gli utenti. Il decreto riconosce carattere di attività di preminente interesse generale alla fornitura dei servizi postali, nonché alla realizzazione ed all’esercizio della rete postale pubblica. Il provvedimento opta per un sistema in cui opera un unico fornitore del servizio universale, laddove la normativa comunitaria ammette anche la possibilità che in uno Stato membro vi siano più fornitori del servizio universale e che essi forniscano una parte del servizio medesimo. Si introduce, inoltre, una distinzione, assente nella direttiva, tra fornitore del servizio universale e prestatori del medesimo servizio, definiti, il primo, come l’organismo che fornisce l’intero servizio postale universale su tutto il territorio nazionale e, i secondi, come i soggetti che forniscono prestazioni singole del servizio universale. Il decreto ha inoltre attribuito al Ministero delle comunicazioni i compiti di Autorità nazionale di regolamentazione, affidato a Poste Italiane S.p.A. la fornitura del servizio universale per un periodo non superiore a quindici anni e individuato l’area dei servizi da riservare al fornitore a Poste Italiane, ai fini del mantenimento del servizio universale. La direttiva 2008/6/CE ha successivamente disposto che gli Stati membri non possono concedere o mantenere in vigore diritti esclusivi per la forniture di servizi postali; la direttiva deve essere recepita dagli Stati membri entro il 31 dicembre 2010, data che quindi costituisce il limite temporale per soppressione dei diritti esclusivi. Per alcuni Stati specificamente indicati (Cipro, Grecia, Lituania, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Ungheria), tale termine è stabilito al 31 dicembre 2012. Lo schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2008/6/CE (Atto n. 313), trasmesso il 10 gennaio scorso alle commissioni parlamentari per il prescritto parere, reca l’istituzione dell’Agenzia nazionale di regolamentazione del settore postale, che viene designata quale autorità di regolamentazione del settore.

 Fonte: Camera dei Deputati

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