Alemanno: a Napoli un progetto per il Sud

Rosario Lopa col Sindaco di Roma Alemanno

Serve un Progetto per un nuovo Mezzogiorno, un vero manifesto per il Sud, e il dicastero dell’economia deve esserne il promotore ma anche nel Pdl
Campano e napoletano serve un nuovo ritmo

. Cosi l’esponente napoletano del Popolo della Libertà  e Portavoce Partenopeo di Nuova Italia Napoli, Rosario Lopa, a margine dell’incotro di ieri mattina, tenutosi al Jolly hotel a Napoli, sulle tematiche del Mezzogiorno, organizzato dall’Associazione Nuova Italia, che ha visto la partecipazione del Sindaco di Roma, Gianni Alemanno.
E’ anche giusto però ricordare che Il governo ha già fatto molto per il
Mezzogiorno. Basti ricordare che il primo consiglio dei ministri si è svolto
a Napoli. Il primo provvedimento è stato quello per rimuovere l’emergenza
rifiuti, per poi ritornarci con un nuovo decreto,diciamo che  in questo
primi anni l’esecutivo ha preso anche altre iniziative a favore del Sud. Due
i punti essenziali, sostiene Lopa, innanzitutto la fiscalità differenziata e
di vantaggio per le Regioni meridionali. È l’altra faccia della medaglia del
federalismo fiscale con il quale si è concessa l’autonomia dei territori.
Ora bisogna dare un aiuto alle aree depresse. Aree obiettivo 1 a cui
aggiungerei oggi anche l’Abruzzo ovviamente. E il secondo è una nuova Cassa del Mezzogiorno. Il cui fulcro essenziale dovrà essere la Banca del Sud già individuata dai provvedimenti del ministero dell’Economia. Attenzione però, sottolinea il Portavoce di Nuova Italia Napoli,non una nuova Cassa del
Mezzogiorno, che per molti versi non è stato un esempio di sviluppo. La
Banca del Sud non deve dare soldi a pioggia bensì elaborare e finanziare la
progettualità, una sorta di merchant bank pubblica sul modello Simest, la
società che aiuta le imprese ad andare all’estero, perchè nel Sud ci sono
grandi patrimoni. Forse anche più di quanto si immagini. E’necessario che
diventino investimenti. Dobbiamo fare in modo di aiutare il ricambio non
solo generazionale, ma di quella parte della classe dirigente del Sud che ha
dimostrato di non funzionare. Allora, continua Lopa, accelerare il profilo
riformista. Le riforme,quelle economiche e sociali. Ma anche della pubblica
amministrazione. Il meridione è in perenne lotta con il proprio ritardo di
sviluppo rispetto alla media europea. Personalmente vorrei fare riferimento
dall’esperienza fatta in questi anni nel settore dell’agricoltura per
accettare la sfida di disegnare un Progetto per un nuovo Mezzogiorno, che
non ripeta gli errori e le vergogne del vecchio meridionalismo ma che,
all’opposto, non faccia finta che questo problema non sia centrale per il
destino dell’Italia. Fino ad oggi, infatti, ci sono state due fasi opposte
del meridionalismo. La prima, basata sull’intervento straordinario, riteneva
che il Sud fosse un Nord arretrato e che quindi l’obiettivo dovesse essere
quello di copiare nel Sud il modello di sviluppo industrialista delle
regioni settentrionali. Migliaia di miliardi di lire sprecate o finite in
mano alle reti clientelari, cattedrali nel deserto abbandonate non appena si
esaurivano gli incentivi, enormi devastazioni del territorio, sono la
pesante eredità di questa epoca. Il Sud, ha concluso Lopa, ha bisogno di
credere in se stesso, di ritrovare l’orgoglio della propria identità e della
propria appartenenza, per mobilitare le energie migliori e non farle più
fuggire verso il Nord. Investire nell’agricoltura e nell’agroalimentare per
mettere in movimento le grandi risorse ambientali, turistiche, artistiche e
paesaggistiche delle regioni meridionali e per farle entrare nel circuito
globale del made in Italy di qualità.

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