Opinioni/I mezzi e il Fini

prof. Giovanni Guzzetta

“Non c’è bisogno di scomodare i grandi del pensiero, per ricordare che il dramma della politica è racchiuso nella dialettica tra mezzi e fini. Né è necessario cedere allo scontato gioco di parole sul fatto che i mezzi e i fini di cui più si discute sono quell i di (Gianfranco) Fini. Il suo discorso di Perugia è un saggio di questa dialettica, fino al paradosso. Sul piano dei fini, il presidente di FLI ha voluto offrire ai propri militanti una prospettiva di rinnovazione radicale nel segno del compimento della transizione italiana di stampo liberale e bipolare. La critica alla situazione presente è stata – condivisibile o meno che appaia – tutta all’insegna del superamento della seconda Repubblica in direzione semmai della terza, non certo della prima. Niente partitino, niente terzo polo, niente consociazione. Anzi, a Berlusconi è stato rimproverato di aver tradito le promesse del 1994 e di aver, comunque, fatto troppo poco per realizzarle. Se, dunque, sul piano della proclamazione dei fini, il Presidente della Camera vuole mostrare una volontà dichiaratamente modernizzatrice, sul piano dei mezzi, egli è ricorso allo strumentario più classico della tradizione politica italiana. Quello del veto sul governo e della sfiducia a distanza. Fino a chiedere a Berlusconi di fare una di quelle crisi extraparlamentari, di cui la storia della Prima Repubblica è piena e la Seconda, in tutti questi anni, ha cercato, con scarsi risultati, di liberarsi. Il paradosso è evidente. E l’equilibrio molto precario. perché è oggettivamente assai difficile tenere insieme quei mezzi e quei fini. Infatti, se il “fine” spesso giustifica il “mezzo”, è anche nota, soprattutto in Italia, la lunga storia di “mezzi che giustificano il fine”; cioè – fuor di metafora – di una politica che rilancia continuamente la promessa di un sol dell’avvenire o di una rivoluzione liberale, ma finisce per perpetrare vecchi modi (e mezzi) di far politica. E’ esattamente ciò che Fini rimprovera al Berlusconi “traditore”. Per questo la domanda che molti si pongono oggi è cosa prevarrà: saranno i nobili fini che, come tante volte accaduto in passato, seguiranno i più prosaici mezzi o saranno questi ultimi a venir rinnovati per essere all’altezza dei primi? Il banco di prova c’è. E si chiama legge elettorale. Non c’è dubbio infatti che, anche su questo tema, Fli abbia la golden share della decisione. E sono tante le sirene che, molto candidamente, chiedono al Presidente Fini di avallare una riforma elettorale che abbia l’unico scopo di impedire una vittoria futura di Berlusconi. Una legge, dunque, proporzionale, per azzoppare l’avversario. Ancora una volta, un “fine” che giustificherebbe il mezzo. Lo stesso, per inciso, che utilizzò Berlusconi allorché abbandonò l’uninominale per cedere all’approvazione del famigerato Porcellum con l’obiettivo di non perdere gli alleati e di inficiare la vittoria di Prodi.
Sarebbe una buona soluzione per propiziare l’auspicata rivoluzione liberale e l’ingresso nella terza repubblica? O – ammesso che raggiunga lo scopo – non rafforzerebbe ancora di più l’instabilità parlamentare e i poteri di veto incrociati? Lasciando che i mezzi divorino ancora una volta, e

definitivamente, i… Fini”?

di Giovanni Guzzetta

Ricordiamo a tutti che la Scuola 2011 di Liberalismo organizzata da LiberalCafè e dalla Fondazione Einaudi vedrà l’inaugurazione lunedì 22 novembre alle ore 18:00 all’Oratorio del Gonfalone in via del Gonfalone 32/a [da via Giulia 123 a Lungotevere Sangallo] con la lezione dell’On. Antonio Martino “Cavour e l’Unità d’Italia”. Al termine si terrà un brindisi augurale. Chi non ha ancora provveduto all’iscrizione (€ 30,00 comprensivi di un libro delle precedenti lezioni della Scuola) potrà farlo durante la serata. E’ possibile inoltre scaricare la scheda di partecipazione al seguente link:
www.liberalcafe.it/doc/scheda_iscrizione_Roma_2011.pdf

Per info: http://www.liberalcafe.it/index.php/scuola-2011-di-liberalismo

(Tratto da Giovani Liberal Democratici, l’articolo è stato scritto per la rivista “Il Punto”)

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