FLORA BENEDUCE: “LA MIA RICETTA PER IL TURISMO”

NAPOLIFlora Beneduce, primario all’Ospedale civile di Vico Equense, è la coordinatrice provinciale dei Club della Libertà. Con questa intervista a cura della collega Nancy De Maio interviene su un tema di grande attualità: le politiche regionali per lo sviluppo e la promozione turistica.

Flora Beneduce

Lo scandalo rifiuti è ormai alle spalle, ma Napoli fa fatica a liberarsi dai pregiudizi legati ai reportage che hanno fatto il giro del mondo. Purtroppo bisogna lavorare molto per rilanciare l’immagine della Città in Italia e nel mondo. Gli anni bui della sinistra bassoliniana hanno lasciato in eredità bilanci rossi come la vergogna che hanno dipinto sui volti degli albergatori e i ristoratori”. La Beneduce non fa sconti di responsabilità agli amministratori che hanno governato la Regione Campania fino allo scorso marzo.

Dottoressa, a tutt’oggi Napoli è costretta a sopportare il peso di scandali che ne hanno duramente danneggiato l’immagine. Finalmente il turismo è in ripresa. Come fare a sostenere questo trend?

Bisogna innanzitutto leggere i dati sulla customer satisfaction e cercare di rispondere alle esigenze dei turisti – utenti. Spesso si dà importanza e sostegno economico – spesso ingiustificato – a iniziative vuote di contenuti e non rispondenti alla domanda.

A che si riferisce?

A certi eventi, a cui la Regione partecipa con un impegno troppo superiore al ritorno promozionale che ne riceve. Solo il 2,8% dei turisti arriva a Napoli per gli eventi. È una percentuale irrisoria rispetto agli investimenti. Ancora, sono state affidate campagne costosissime a pubblicitari e art director stranieri. Mi domando: come può uno spagnolo cogliere l’ anima e le atmosfere che solo un partenopeo è in grado di vivere e descrivere?

E cosa pensa delle opere d’arte contemporanee a piazza Plebiscito?

Un’offesa alla tradizione, uno schiaffo agli artisti napoletani. Ci sono pittori e scultori che vengono dalle nostre terre e sono mortificati dalle scelte delle amministrazioni che preferiscono opere lontane dalla sensibilità mediterranea e campana.

Crede che questa tendenza cambierà?

Ne sono sicura. Io sono convinta che la diversità è ricchezza, ma è ricchezza anche la tutela della tradizione, della cultura e dell’arte. Inoltre, penso che gli sprechi che ci sono stati negli anni passati saranno evitati. Non si può sostenere la pratica di questo clientelismo spietato che si è infiltrato anche negli eventi.

Dunque, cosa devono fare gli amministratori di Napoli?

Semplicemente rispondere alle richieste e potenziare l’offerta.

Può essere più precisa?

Dagli studi emerge che i turisti apprezzano molto l’accoglienza, l’ospitalità e il calore dei napoletani, ma lamentano la scarsa attenzione per la pulizia della Città. In qualità anche di responsabile nazionale di Sanità e Ambiente dell’associazione FareAmbiente, ritengo che occorra promuovere politiche di sensibilizzazione, rendendo i cittadini stessi promotori di comportamenti eco-etici. Penso, ad esempio, a giornate ecologiche, che possano unire il momento informativo a quello ludico-ricreativo per i bambini e ristorativo per i genitori.

Ha altre proposte concrete?

Certo. Mi piacerebbe che i finanziamenti europei fossero investiti per la viabilità e per politiche di incentivo all’utilizzo dei mezzi pubblici, magari con la proposta di biglietti più economici. A questo proposito, ritengo che sarebbe opportuno differenziare l’offerta, ora arroccata su monopoli consolidati. Ancora, vorrei che si potenziassero i collegamenti per i luoghi di interesse artistico culturale e paesaggistico. Abbiamo una Circumvesuviana lenta, scomoda e sempre in ritardo. Perché non intervenire per cambiare lo stato di cose. I turisti apprezzerebbero, e anche i residenti… (07/09/2010)

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