La mozzarella blu, nel 1998 il precedente partenopeo

NAPOLI – Agostino La Rana richiama l’attenzione su un caso di mozzarella blu che ha interessato Napoli nel 1998 e di cui sembra non esserci memoria nelle cronache odierne. “Da settimane, i giornali ci raccontano il caso della mozzarella blu, proveniente dalla Germania e venduta in un supermercato di Torino. Stranamente, però, nessun giornale si è ricordato di citare un caso simile, verificatosi in provincia di Napoli, nell’estate del 1998. In quel periodo, con i campionati mondiali di calcio in corso in Francia, in molti ristoranti e pizzerie della provincia di Napoli si verificavano momenti imbarazzanti: il fiordilatte presente nelle pizze servite ai clienti, si trasformava in una specie di ricotta non commestibile. Quel fiordilatte proveniva da una azienda casearia di San Giuseppe Vesuviano, la quale, a sua volta, aveva utilizzato, come materia prima per la sua produzione, latte proveniente da un’azienda di Ulm, la città tedesca patria di Einstein. I titolari del caseificio denunciarono i fornitori tedeschi e le indagini successive appurarono che il latte tedesco conteneva furosina, in quantità tali da provocare quell’effetto, così dannoso non solo per i consumatori ma per la stessa azienda di San Giuseppe Vesuviano, i cui rapporti con ristoratori e pizzaioli si interruppero bruscamente. Questa storia, che suscitò anche l’interesse dei mass-media (il quotidiano “Il Mattino”, per esempio, le dedicò un articolo il 22 gennaio del 2004, alla vigilia dell’apertura del processo penale contro i dirigenti dell’azienda tedesca), ebbe una conclusione giudiziaria, con due sentenze: Tribunale di Nola, Giudice Monocratico dottoressa Bilosi, 13 dicembre 2005, n. 1775 e Corte d’appello di Napoli, Sezione VII Penale, 7 aprile 2008, n. 2853. Ma, al di là del suo esito giudiziario, la vicenda napoletana, così come l’odierna vicenda piemontese, hanno dimostrato due cose: l’ignoranza di chi continua a definire “mozzarella” (e non “fiordilatte”, correttamente) un prodotto ottenuto con latte di mucca e non con latte di bufala e la triste situazione dell’Italia, costretta, in virtù di uno scellerato accordo europeo sulle quote nazionali di produzione del latte sottoscritto nel 1983, a produrre latte in quantità insufficiente, rassegnandosi al suo ruolo di importatore permanente, con conseguenze anche sul versante politico (si pensi, ad esempio, alla querelle delle multe agli allevatori e al relativo scontro in atto tra Lega e Ministro Galan)”.

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